Non mi resi nemmeno conto delle sue intenzioni, finché non fu troppo tardi.
Sentii le sue labbra che cercavano le mie, implacabili, roventi.
Un brivido mi percorse la schiena.
Era così diverso dal bacio di Roberto, così carico e intenso.
Cielo, non potevo certo subire un simile oltraggio!
In un istante, spinsi via Francesco con tutta la forza che avevo.
I miei occhi fiammeggiavano di rabbia, intensi e furiosi, fissi nei suoi.
Nemmeno sentii la mia mano alzarsi, colpirlo forte al viso, senza mai allontanare lo sguardo.
"Come osate, mercante?" tuonai "...avete sbagliato donna da offendere, ve l'assicuro..." i miei occhi ora erano braci ardenti "... avete ragione... domani il boia laverà la mia ira..." alzai una mano verso di lui "..ma se, per sbaglio, Mirabole dovesse davvero salvarvi, state pur certo che vi troverò, e la pagherete cara per questo..." gli occhi gelidi, la voce imperiosa.
"Guardia!" chiamai "..portate questa specie di uomo lontano da me... ".
Dovevo andarmene di lì, andarmene immediatamente.
La rabbia dentro di me era talmente tanta da farmi credere di annegarci dentro.
Non era da me, sapevo nascondere bene le mie emozioni.
Ma c'erano troppe cose: Mirabole, Missani, quello sconsiderato di Francesco, Roberto e Selenia, Diomede in cella, con i capelli sporchi e le vesti logore.
Anche lui non pensava a sua sorella? Anche lui si sarebbe comportato come Francesco?
E Roberto? Perché non mi ero indignata tanto con lui? Perché respingere quest'uomo era stata la cosa più semplice e naturale del mondo, mentre con lui sembrava una tortura. Beh, in fondo all'anima conoscevo la risposta a quella domanda. Ma faceva troppo male. Sarebbe stato molto più semplice se avessi schiaffeggiato anche lui, se gli avessi parlato in quel modo.
Ma quell'attimo mi aveva donato una felicità che nemmeno credevo esistesse.
Ancora? Non era il momento per pensare a quello.. perché continuava a tormentarmi?
Chiusi gli occhi, cercando di calmarmi.
Avevo una missione da compiere, dovevo smascherare Mirabole. Dovevo restare calma e lucida.
Missani aveva ragione, finita quella storia saremmo stati tutti liberi. Dovevo resistere, ero brava in questo.
Seppellii la rabbia dentro di me e ritrovai la voce calma e lo sguardo impenetrabile che avevo perso per un momento.
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