Talia bussò alla porta e chiamò.
Un attimo dopo sentì dei rumori.
“Milady...” disse da fuori il soldato di guardia “... il capitano ha dato ordine di non farvi uscire... è per il vostro bene. Mi spiace.”
Nell'altra stanza, intanto, mentre Simone e Jacopo discutevano, fu annunciato qualcuno.
“Signore...” disse un soldato a Simone “... chiede di voi il Cavaliere di Altafonte.”
“E cosa diamine chiede?” Voltandosi Simone. “Fatelo passare...”
Così il cavaliere entrò.
“Salute a voi, signor viceprocuratore...” sorridendo “... capitano...”
“Cosa possiamo fare per voi, signore?” Domandò Simone.
“Vedete, ho saputo che ci sarà una condanna...” rispose il cavaliere “... io ho viaggiato molto nell'Oriente Mediterraneo e quei popoli hanno modi alquanto ingegnosi per sopprimere la vita dei loro simili... e mi sono sempre chiesto, invero, perchè noi presunti popoli civili invece difettiamo di tanta fantasia...”
“Vi diverte vedere la gente mandata a morte?” Fissandolo Jacopo.
“Oh, non più di quanto diverta a voi, capitano.” Replicò Altafonte. “Ma mentre per voi è puro lavoro, io ne sono affascinato, diciamo, come profano.”
“Comunque l'esecuzione avverrà domani e sarà pubblica.” Mormorò Simone.
“Davvero interessante.” Annuì Altafonte. “E come avverrà?”
“Per impiccagione.” Sentenziò Jacopo.
“La stessa sorte che toccherà a Mirabole quando lo prenderemo.” Aggiunse Simone.
“No, lui lo passerò da parte a parte con la mia spada.” Con disprezzo Jacopo.
“Ah, vi prego...” sedendosi Simone “... basta parlare di morte... mi angustia...”
“Durerà poco.” Replicò il capitano. “Già sono riuscito a ferirlo una volta.”
Ad un tratto si udì il rintocco delle ore.
“Questo dannato orologio...” sbuffò Simone “... ma proprio accanto a noi doveva essere? Detesto questa torre...”
“Secondo gli antichi cretesi” ridendo Altafonte “il Tempo è colui a cui gli dei affidavano le vendette... forse da questo nasce il nostro detto...
la vendetta è un piatto che va servito freddo...”