Quelle parole di Talia parvero colpire più volte Jacopo.
Il militare strinse ancor più le mani della ragazza, per poi spingerla via, su una poltrona alle sue spalle.
“Guardati...” disse poi con disprezzo “... parli di te e di un volgare assassino... uno che è scappato per non essere impiccato... un vigliacco che amava sollazzarsi con la moglie di un nobile... un cane plebeo, per giunta straniero, ad insozzare le mogli di uno dei nostri cittadini più importanti... povera sciocca... è riuscito dunque a raggirare anche te... immagino tu ti senta lusingata... si, ad essere stata oggetto delle sue attenzioni... ma probabilmente sei una delle tante... povera sciocca... avevi tutto... rispettabilità, agiatezza... persino amore... il mio... invece ora cos'hai? Ma non illuderti... chi mi tradisce non può passarla liscia...” poi qualcosa lo fece zittire.
Come se solo in quel momento avesse dato il giusto peso alle parole della ragazza.
“Camuffarsi... travestirsi...” ripetè all'improvviso “... cosa significano?” Tornò a fissarla.
Poi corse verso la porta.
“Tenetela d'occhio.” Ordinò ai suoi due soldati di guardia. “Fino al mio ritorno. E fate chiamare la Madre Superiora del convento di Santa Caterina.” Si voltò ancora verso Talia. “Mia moglie pare abbia a noia la materialità di questo mondo.” Ed uscì.
La porta fu di nuovo chiusa a chiave dall'esterno.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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