Disattivato
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Restai immobile, le grida, la folla, le prigioni.
Diomede!
Altaforte si avvicinò a me, e io alzai gli occhi su di lui.
Erano quegli occhi!
Allora non ero pazza, allora avevo avuto ragione!
Gli sorrisi, complice.
"Mio fratello è l'unico motivo per cui cercavo Mirabole.." mormorai, senza togliere gli occhi dai suoi.
Poi, le parole rivolte a Missani, il suo inciampare, l'urlo disumano.
"Finalmente.." mormorai pianissimo.
Mi avvicinai nuovamente al Cavaliere, prima che lasciasse la stanza, e gli porsi la mano da baciare.
"Credo che Mirabole non abbia più niente da temere da me.." strizzando l'occhio "..buona fortuna, e addio..".
Lasciai quella sala senza guardarmi indietro.
Le prigioni, ricordavo perfettamente dov'era rinchiuso Diomede, Simone aveva parlato di prigionieri politici, i più pericolosi, e i primi ad essere liberati in caso di guerra.
Nessuno mi conosceva, infondo, ero una straniera, potevo parteggiare egualmente per una parte o per l'altra.
Scesi nella piazza, dove regnava il caos.
Ferdinando era davvero molto amato.
Una morsa mi strinse il cuore.
Avrei potuto portare tutto quello su Crysa? Le urla che incitavano il re, la folla in fermento che ribalta lo stato liberale.
Sì, era esattamente quello che dovevo fare, sarei tornata sulla mia isola, avrei risvegliato gli animi sopiti e combattuto al fianco del mio popolo.
Forse non mi serviva nemmeno un marito, mi bastava mio fratello, e uomini fedeli.
Era lui il primogenito, dopotutto.
Ma, così facendo, sarei stata di nuovo lontana da lui...
Non ascoltai la fitta dolorosa che mi attraversò l'anima, nella consapevolezza che, in nessun modo, ci sarebbe stato un lieto fine per noi.
Quel bacio, sarebbe stato l'unico ricordo che avrei portato nel cuore per sempre.
Sospirai, chiedendomi dove fosse in quel momento.
Scesa nella piazza, lo intravidi poco lontano o almeno così mi sembrò.
"Roberto.. vieni con me.." gli urlai "...corri.. Diomede, presto!".
Non mi fermai, gli feci cenno di seguirmi.
Quello era decisamente il momento sbagliato per pensare al mio amore infelice!
Corsi, più in fretta che potevo, mescolandomi alla folla.
Raggiunsi in fretta le prigioni, e cercai mentalmente di ricordare la strada.
Quando raggiunsi l'ala dei prigionieri politici, iniziai a chiamare mio fratello a gran voce, trattenendo a stento i singhiozzi.
Correvo, una goccia insignificante in un fiume in piena, controllando ogni cella, con il cuore in gola.
Lui era lì, da qualche parte.
Dovevo trovarlo prima degli altri, stringerlo tra le braccia, proteggerlo.
Non mi importava più sapere come fosse scappato da Crysa, se fosse un vigliacco, un disertore o se gli fosse semplicemente stato ordinato.
Era mio fratello, e tutto ciò che volevo era portarlo in salvo.
"Diomede!" chiamai, nuovamente, nel frastuono "..sono qui..".
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