Fra' Adriano sorrise ad Elisabeth e poi la pregò di sedersi con lui su un basso muretto di cinta.
“Parlare” disse il vecchio frate “alle piante è divenuto molto più che un'abitudine per me. Molti ormai non ascoltano più il farfugliare di questo vecchio frate” rise “allora mi scelgo un uditorio più paziente e meno incline ad abbandonarmi nel bel mezzo di una piacevole conversazione.” Guardò per un momento il cielo. “La nebbia calerà anche stanotte...” mormorò “... e in essa si cela sempre la tentazione... la tentazione ha molti volti... a volte prende la gola, altre volte la bramosia dei sensi... molto più spesso, invece, quando, soprattutto alla mia età, il corpo ha meno pretese è allo spirito che mira il nostro nemico... allora malinconia, tristezza, angoscia e talvolta disperazione diventano flagelli silenziosi...” strinse le mani di lei “... viviamo in tempi tristi, figlia mia... tempi incerti... quella ragazza...” scosse il capo “... l'ho veduta una volta o due... sua madre non è mai stata un'assidua frequentatrice di chiese... però credo ci sia dell'altro... io sono troppo vecchio e stanco per questo genere di cose ormai... e tu hai la giusta prudenza nell'avvicinarti a simili situazioni... sono certo saprai dare conforto e aiuto a quella gente...” si alzò e colse una mela da un ramo “... bella vero? Sembra soda e matura... succosa e non certo come quelle mele che invece appaiono stucchevoli al palato...” la strinse allora nelle sue e la spaccò in due, mostrando un verme che c'era dentro “... non fidarti mai di ciò che vedi, figlia mia... mai...” ed un senso di angoscia avvolse il cuore di Elisabeth.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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