Dilda accennò un lieve sorriso a quelle parole di Talia.
La fissò per qualche istante, per poi alzarsi ed allontanarsi dalla tastiera del suo computer.
“Io credo” disse infine “che il modo migliore per giungere qui, sia quello di volerci sfidare. Si, voglio dire, io farei così. Se ad un tratto, camminando per strada, vedessi la nostra pubblicità, io da semplice curiosa entrerei qui con le idee ben chiare. E cioè quelle di voler sfidare la Fum Soft.” Rise appena. “Cosa promette questo videogioco? Effetti speciali? Certo. Scenari fantasy in una società, come la nostra, così affamata di New Age? Anche. Ma, come giustamente dice lei, molti videogiochi ben fatti, persino il cinema, possono offrire cose simili. No, se io fossi una cliente pretenderei altro. Pretenderei tutto ciò che non ho. Tutto ciò che nessun videogioco, nessun film e persino nessun libro può darmi. Non cercherei solo emozioni. No, io cercherei, anzi pretenderei di viverle quell'emozioni. Voglio qualcosa che la vita non potrà darmi mai. Qualcosa a cui forse neanche io credo più. Ma se mi dicono di sognare, allora io non mi faccio pregare. Anzi, riapro il mio cassetto dei sogni. Quello fatto durante l'adolescenza e poi chiuso durante gli anni dell'università. Quel cassetto che ho poi addirittura dimenticato col passare del tempo. Ebbene, se quella pubblicità dice il vero, allora io voglio che tutti i miei sogni prendano forma. Anche se solo per tredici ore. Anche se solo all'interno di un mondo virtuale.” Sorrise ancora. “Giorni fa venne qui una donna. Era casalinga a tempo pieno. Ma le mancava qualcosa. Aveva passato gli ultimi tre anni a ripetersi che i suoi sogni fatti in gioventù sarebbero comunque stati irrealizzabili, anche se li avesse inseguiti. Che la vita era un'altra cosa. Ebbene, alla mia domanda su chi interpretare nel gioco, lei mi rispose con una frase... non voglio più ripetermelo, disse... per almeno queste tredici ore non voglio più ripetermi che quei sogni erano irrealizzabili... anzi, voglio raggiungerli... se potete darmi questo, allora voglio partecipare al vostro gioco...” annuì senza alzare i suoi occhi da quelli di Talia “... ecco... io credo che sia questo il miglior modo per entrare nel mondo di Afravalone.”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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