Sorrisi, nel vedere l'entusiasmo e la fedeltà dei miei uomini.
Alzai il bicchiere per sottolineare le parole di Astin e poi mi voltai verso il soldato che aveva parlato, scuotendo il capo.
"No, purtroppo il senato è stato molto tirchio di dettagli, non so nemmeno se siano guerrieri singoli reclutati qua e la o se sia una vera e propria banda.. Sarete i primi a saperlo, comunque.. Vedrò di indagare questa sera...".
L'arrivo di una carrozza mi fece voltare verso la porta.
Alzai gli occhi al cielo.
"Perdonatemi.." Dissi, dopo aver vuotato il bicchiere "Ma mio padre mi reclama... E sa essere molto insistente.." Scesi dal tavolo "Brindate anche alla mia salute, domani sarà un'altra giornata pesante..".
Uscii nel cortile e salutai il cocchiere.
"Grazie del passaggio, ma non era necessario.." Borbottai, per poi rintanarmi tra i cuscini di raso.
Non avevo mai amato le carrozze, cavalcare era decisamente meglio.
Pensai a tutte le cose che mi erano successe quel giorno, nel tragitto verso il palazzo.
Non fu un tragitto molto lungo, in realtà.
Scesi dalla carrozza nel giardino privato, quello dove gli ospiti non avevano accesso, ed entrai da una porta laterale.
L'ultima cosa che voleva mio padre era presentarmi in quelle condizioni.
Raggiunsi i miei appartamenti dove le donne avevano già preparato il bagno e l'uniforme da cerimonia.
Per un breve momento, dimenticai ogni cosa, i morti, l'esplosione, i mercenari, il ribelle, e mi lasciai cullare dal profumo di fiori e spezie lontane.
Dopo qualche tempo, ero di nuovo pronta: l'alta uniforme impeccabile, i biondi capelli sciolti e spazzolati, la spada cerimoniale al fianco.
Lanciai una rapida occhiata allo specchio, e uscii dalla stanza.
Scesi le scale a passo deciso, raggiungendo la grande sala da pranzo di rappresentanza.
Ero perfetto orario, pensai, mentre l'araldo mi annunciava.
Così, colma di curiosità che non lasciavo trapelare dalla mia espressione, entrai nella stanza.
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