Era una bella mattina di Gennaio e l'aria appariva gradevole e luminosa ai sensi.
Il giardino, animato dal primo Sole, sembrava screziarsi tra i colori e i riflessi dei suoi gerani, delle betulle, dei roseti e della chiare camelie.
E poi i salici, gli olmi e i pini, con la loro penombra lungo il piccolo muretto di cinta che correva tutt'intorno, parevano conferire un certo distacco a quel luogo, come a ricamarlo tra l'animato via vai che invece vivacizzava la strada circostante.
Così, seduta su una panca addolcita da quel gradevole scenario, Clio attendeva di rivedere la sorella del suo luogotenente.
I suoi pensieri, però, indugiavano su ben altra cosa.
Aver saputo del ritorno del principe ereditario Karen, turbava non poco l'animo della ragazza che per troppo tempo aveva finto di dimenticare chi fosse davvero.
Una donna.
Ma mentre nel suo animo lottava con ciò che il dovere imponeva ed il cuore invece sussurrava, sentì avvicinarsi qualcuno.
“Signore...” disse piano Maria “... perdonatemi, ero più avanti ad osservare i fiori di questo giardino... ci vengo spesso... da sola... fu qui che vi vidi per la prima volta... fu durante uno dei tanti cambi della guardia... per voi saranno tutti uguali... magari anche una sciocca e ripetitiva successione di gesti... ma per me... io, ecco... non ho più scordato quel momento...” chinò il capo “... perdonatemi, sono una sciocca... ma devo abituarmi al fatto che siete... ecco... che siete una donna...” tornò a fissarla “... ma sarà meglio parlare d'altro... come vi ho detto, io sono certa di poter riuscire in questa cosa... so come avvicinare quegli eretici... conosco una ragazza che ha frequentato uno di loro... e stanotte andrà ad una di quelle loro riunioni... ed io ci andrò con lei...”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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