Il contrabbandiere fissò Elisabeth, come a volerne comprendere le intenzioni.
“Non so cosa abbiate in mente” disse “ma, non so... non abbiamo poi molta scelta... e sia voglio fidarmi di voi, anche se so già che me ne pentirò... speriamo di portare a casa la pelle almeno...” guardò allora il vecchio “... dove possiamo trovare Colpen ora?”
“Alla locanda...” fece il vecchio “... è sempre là, in attesa di polli da spennare...”
“Già...” annuì l'altro “... e sia... tu resta qui e bada di farti spennare anche da altri...” e con Elisabeth raggiunse la locanda.
“Mi raccomando...” mormorò alla donna prima di entrare “... niente mosse azzardate... Colpen è dannatamente furbo... e smettetela di accomodarvi i capelli in quel modo, perchè quando lo fate non riesco a concentrarmi...” le fece l'occhiolino ed entrarono.
Videro Colpen ad un tavolo e lo raggiunsero.
“Salute, vecchio mio...” lo salutò il contrabbandiere.
“Daizen? Tu?” Meravigliato Colpen. “Cosa ci fai qui? Sei forse venuto a pagare il tuo debito?”
“No, gli affari li trattiamo tra noi, lo sai e qui c'è troppa gente...” ridendo la canaglia “...avevo voglia di una partitina.”
“L'ultima volta” ridendo Colpen “ti ho quasi tolto anche le brache...”
“Infatti...” annuì Daizen “... ma non sono io a sfidarti... ma lei...” indicando Elisabeth “... e non credo sarà tanto facile toglierle la gonna...”
“E' la tua nuova fiamma, canaglia?” Fece Colpen.
“No, è troppo abile nel gioco.” Ironico Daizen. “Non potrei mai fidarmene.”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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