La parata, la folla in delirio, rulli di tamburi e squilli di trombe.
E poi il lungo corteo che lo precedeva, le guardie ai lati per proteggerlo e infine i valletti a chiudere la parata.
Così, tra feste e deliri, il popolo salutava il ritorno di Karen, principe ereditario.
Clio osservò la scena, per poi ritornare nella sua stanza, cercando, per quanto possibile, di riprendere il suo lavoro.
Ma il pensiero che il principe fosse ritornato occupava ormai ogni momento della ragazza.
E ad interrompere quel flusso di pensieri ci pensò Astin.
Il luogotenente bussò ed entrò nella stanza.
“Capitano...” disse “... sua altezza il principe è giunto al Palazzo Reale... i nostri uomini hanno fatto il loro dovere, anche se la situazione era tranquilla in città. Tuttavia siete stata convocata domattina dal Senato. Dovete presiedere il discorso di benvenuto che i senatori proclameranno davanti al principe.” Annuì. “Ah, c'è dell'altro, capitano... il mio uomo, la spia da inviare fra i ribelli... ecco, non so spiegarlo, ma sembra sia sparito... pare sia partito di corsa, richiamato da motivi... come dire... di famiglia... si dice che abbia ricevuto una lettera da parte di un notaio, circa un'improvvisa eredità...” Astin fissò perplesso Clio “... cercherò qualcun altro di cui fidarmi, capitano... se non avete altri ordini per me, col vostro permesso andrei...”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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