Arrivò a passo svelto, per poco non mi mancò il fiato, era splendido.
Gli sorrisi, ma il mio sguardo divenne freddo e lontano quando commentò il mio aspetto.
Una fitta mi colpì. Aveva parlato in generale quella sera, dicendo che avrei incontrato un uomo che non mi volesse diversa.
Per un momento avevo sperato... Che ingenua!
Io ero quella che ero, e non sarei mai cambiata per nessuno.
"Non illudetevi, altezza.. Questa non sono io.." Dissi freddamente "Tenete.." Porgendogli la spada nel elegante fodero con tanto di cintura "ho coperto gli zaffiri col cuoio, non voglio dare nell'occhio.. Io non posso portarla, ma voi si.." Sorrisi "immaginavo sareste venuto disarmato.. Non temete, se saremo in pericolo la estrarrò io.. Non permetto a nessuno di maneggiarla.. Beh, ma potrei fare un'eccezione per voi, nel caso ci cogliessero separati.. " sorrisi.
Appena sfiorai il braccio che mi porgeva, ritrovai la serenità. Non potevo certo sperare che il principe ereditario si interessasse a me, ma almeno la mia posizione mi permetteva di stargli vicino senza malizia, ma con la confidenza che avrebbe tranquillamente accordato ad un uomo.
Ed era già tanto, infondo.
"Sono lieta che abbiate già avuto un'idea per la vostra villa, così non dovremo impazzire... Ho detto che sarei stata in caserma nel pomeriggio, attendo notizie e più che altro i mercenari dovrebbero arrivare da un momento all'altro.. E ho dato disposizione che se ne stiano buoni nei loro alloggi finché non ci avrò parlato.. Non voglio che se ne vadano in giro per la città a far danno finché non avranno capito le mie regole e cosa accade a chi non le rispetta.." Sorrisi, immaginando Nero che mi ascoltava docile "E non sarà una passeggiata.. Ma almeno ci sarà da divertirsi..".
Non sarebbe stato facile farsi rispettare dai mercenari, ma era necessario. Del resto, se c'ero riuscita con la Guardia Reale, il senato, e persino Karel, un gruppo di mercenari non doveva essere tanto difficile.
Citazione:
Davanti l'ingresso vi era un vecchio intento a coltivare un piccolo orticello.
“Salute a voi, Gabin...” avanzando verso di lui Karel “... molto bella la vostra dimora... volete vendermela?”
“Impossibile, signore...” scuotendo il capo Gabin “... essa non è in vendita... ma come conoscete il mio nome?”
“Mi hanno indirizzato qui...” rispose lui “... siccome la mia fidanzata” indicando Clio “vedendo la vostra casa si è innamorata di colpo, ho chiesto informazioni su di voi... avanti, non posso non esaudire i desideri della mia futura moglie... ditemi il prezzo e sono certo che concluderemo.”
“Non si può, messere.” Irremovibile Gabin. “Non è in vendita.”
“Neanche se a chiedertela fosse il tuo signore?” Sorridendo Karel. “Quel discolo che ti faceva ammattire rompendo gli ortaggi dell'orto di palazzo?”
Gabin lo fissò meravigliato.
“Neanche mi riconosci adesso?” Ridendo il principe.
“Bontà Divina!” Esclamò il vecchio. “Siete voi, altezza! Bontà Divina!”
E i due si strinsero forte.
“E chi è questa bella ragazza?” Domandò Gabin fissando Clio.
“Come ti ho detto” prendendo la mano di lei Karel “lei è la donna che amo e che sto per sposare.”
“I miei complimenti, altezza.” Annuendo Gabin.
|
Abbassai gli occhi, con un leggero sorriso.
Siete in incognito, sciocca.. Non parla di te..
"Perdonate l'intrusione, Gabin.." Dissi timidamente "Questa dimora è incantevole, ho sempre sognato un posto come questo, una vita tranquilla.. Lontano da sguardi pettegoli.. Ho detto a Karel di non disturbarvi, ma ha insistito, vuole accontentarmi in tutto.." Lanciando una fugace occhiata al principe.
E in quel momento mi accorsi che non avevo mentito del tutto.
Vivere in una villa come quella, nella tranquillità e nella pace, dove condividere la quotidianità con la persona amata, trovare nel suo abbraccio la pace dopo la mia giornata piena di guerra e orrori.
Ma non era che un sogno, un sogno lontano.
Ero compito della moglie, di norma, portare la pace al marito, e io di certo non potevo portare la pace a nessuno, anzi.