Disattivato
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Appoggiata alla sua spalla, davanti al focolare scoppiettante, mi chiedevo se non fosse altro che un sogno.
Il più vero, reale e meraviglioso che avessi mai fatto.
Non riuscirei a spiegare a parole ciò che sentivo in quel momento di pura felicità.
Non era paragonabile a nessuna emozione che avevo provato finora: nemmeno al momento in cui ti accorgi che l’avversario sta cadendo, o a quando senti i nemici chiamare la ritirata e sai che hai vinto la battaglia, o alla prima volta che ti chiamano “capitano”, la prima sfida.
No, nella mia vita non c’era mai stata un’emozione simile.
Potevo sentire il suo cuore battere al ritmo del mio, mentre sfioravo dolcemente il suo petto con una mano.
Ma alle sue parole, scoppiai a ridere, e mi appoggiai al gomito per vederlo in faccia.
La mia collera? Oh, Karel.. in realtà non desideravo altro.
“Per carità, non pensarci nemmeno…” sorrisi, come mai in vita mia “Sono io qui che devo proteggere te, non il contrario.. E poi, è necessario che sia io stessa a batterlo.. Sono arrivati i mercenari, e domani capiranno chi comanda… Ti chiederei di venire ad assistere, ma saresti troppo esposto..”.
E nel peggiore dei casi, non voglio che tu mi veda…
“Perciò ti prego di restare qui al sicuro..” mi sporsi per baciarlo dolcemente sulle labbra “Se vorrai, tornerò da te..” mormorai.
Sempre…
Restai a fissare quegli splendidi occhi, e il viso che illuminavano per lunghi istanti, incapace di parlare.
Era difficile spiegare come mi sentissi in quel momento: completa, ma anche viva, donna, felice, vulnerabile e forte insieme.
Lui era lì, con me.. voleva me. Potevo desiderare di più?
Tuttavia, sembrava quasi troppo bello per essere vero.
“La mia collera?” scossi la testa, senza smettere di guardarlo, con un’espressione diversa “..quella la vedrai se ti prenderai gioco di me, e posso assicurarti che il tuo nome o il tuo sangue non ti proteggeranno..”.
E lo baciai nuovamente, con passione, come a voler scongiurare quelle parole.
Era come se fossi vissuta solo per quella notte, che poteva essere l’ultima.
Quanta fiducia in te stessa, Clio.. Piantala di fare la lagna! Vincerai eccome domani, a maggior ragione se ci sarà lui ad aspettarti.. O è una scusa?
Forse lo era. Infondo, non potevo, lo sapevo bene. Mio padre non mi avrebbe mai perdonato se l’avessi disonorato.
Come se tu fossi capace di lasciarti anche solo sfiorare da qualcuno senza il tuo consenso, marito o no.. Non prendermi in giro, su..
Quella fastidiosa e franca parte di me aveva ragione, avevo scelto lui fin dalla prima volta che mi aveva preso tra le braccia un anno prima.
O lui, o nessun altro. Ma non avrei mai pensato che lui potesse provare lo stesso.
“Oh, io non ho nessuna intenzione di fermarti..” mormorai, ancora attaccata a lui “per me sei.. l’unico”.
Mi scostai leggermente dal suo viso, per posargli lievi baci sul collo “Ma.. tu? Io non sarò mai una dama, qualunque cosa indossi..” sorrisi, senza che potesse vedermi “…e sono piena di cicatrici..” risi.
Alzai nuovamente il viso per guardarlo negli occhi, quasi timorosa. Non avevo avuto mai paura di nulla, e ora tremavo all’idea di un rifiuto.
“Sicuro di volere.. me?” mormorai.
Il cuore batteva talmente forte che temevo si sentisse rimbombare in tutta la stanza, mentre i miei occhi restavano incatenati ai suoi ancora una volta.
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