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Vecchio 10-02-2014, 09.15.34   #738
Clio
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Clio sarà presto famosoClio sarà presto famoso
Il senatore Bool? Io dovevo vedere Karel, altroché!
Ascoltai con attenzione il senatore e il nuovo capitano delle guardie ecclesiastiche.
Annuii alle parole di quest'ultimo.
"Sì, anche i miei sono giunti alla stessa conclusione... Prima i bambini, ora una fanciulla.. domani all'imbrunire incontrerò la mia spia, spero sappia dirci qualcosa..".
Nessuno avrebbe sospettato di Maria, e nessuno poteva entrare non visto nel giardino dietro la caserma, ma la prudenza non era mai troppa, rivelare l'orario esatto poteva essere comunque pericoloso.
Sorrisi "A proposito, grazie capitano.. I vostri uomini sono stati fondamentali.. A differenza dei mercenari, mi hanno riferito che si sono rifiutati di aiutarci, e se ne sono andati.. sostengono di essere qui per combattere non per spegnere incendi.. io vorrei sapere che cosa è stato promesso loro quando sono stati ingaggiati, come mai nessuno gli ha spiegato la situazione, che è questa la nostra guerra.. quelli si aspettano una battaglia campale, un assedio in cui usare la loro forza bruta.. mi auguro che questa pesantissima offesa venga punita dall'alto, in caso contrario, ci penserà il tribunale militare, è davvero vergognoso..." scossi la testa.
"Quanto a Sua Altezza.. egli è un inguaribile incosciente.. io ero stata categorica circa il duello, se proprio non avesse potuto fare a meno di raggiungere l'ippodromo, doveva seguire precise istruzioni.. e se l'avesse fatto ora non saremmo qui.." chinai il capo "Ma nessuno può dare ordini al principe, nemmeno io, o voi, senatore.." alzai gli occhi su di lui "Non temete, se il principe morirà avrete finalmente la mia testa...".
Ormai, la vita senza di lui sembrava vuota e inutile.
Ma dovevo mantenermi il più distaccata possibile, per quanto fosse difficile.
"E ora scusatemi, ma devo lasciarvi, c'è un motivo se ho fatto allontanare Sua Altezza dal Palazzo Reale, ha troppi nemici qui, e chiunque può essere un ribelle, anche un medico, o l'inserviente che gli cambia le bende. Va sorvegliato attentamente.." chinai il capo in segno di saluto "Senatore... capitano..".
Pensavano di tenermi lontana da lui? Oh, si sbagliavano di grosso.
Cosa pensavano di fare per impedirmi di entrare, chiamare le guardie? Già, le guardie che erano ai miei ordini, che mi avrebbero seguito in capo al mondo, e tutti sapevano chi ero in quella stanza.
"Sua altezza non può essere lasciato incustodito in un momento così delicato.. non possiamo sorvegliarlo da fuori perché ha perso conoscenza, e non può certo gridare.." dissi, semplicemente, a chi mi guardava stupito "Non temete, non si accorgerà nemmeno della mia presenza..".
Nell'anticamera mi lavai le mani e il viso in fretta e furia, e mi liberai della giubba, restando in camicia, infilai nuovamente il pugnale negli stivali, e cercai di incastrare la spada nella cintura in qualche modo.
Il cuore accelerava sempre di più, mentre aprii la pesante porta.
Era buio, buio pesto. Una leggera fessura nella finestra faceva passare un piccolissimo raggio di luce.
Riuscii così ad intravedere la sagoma del ferito.
Era pieno di bende, e non si muoveva, ma nel profondo silenzio, potevo sentire il suo respiro, lo stesso che avevo percepito standogli vicino, appoggiata sulla sua spalla.
Possibile che fosse passato meno di un giorno? Mi inginocchiai al suo fianco, trattenendo a stento le lacrime.
Gli presi la mano, quasi tremando, me la portai al viso accarezzandola dolcemente con la guancia, e la baciai una, due, tre volte, senza lasciarla mai andare.
"Karel.." sussurrai, sporgendomi verso il suo viso "Karel, ti prego.. non lasciarmi.. è tutta colpa mia.." iniziai a singhiozzare "Se non ti avessi detto niente, saresti rimasto al sicuro.. è tutta colpa mia... non mi perdonerò mai di averti messo in pericolo... ma ti prego.. ti prego.. torna da me.." ero ormai abituata agli orrori, ed erano anni che non piangevo con così tanto dolore.
Ma l'idea di perderlo era insopportabile.
Proprio ora, ora che mi aveva mostrato quanto potesse essere meravigliosa la vita stessa.
No, non poteva morire adesso, non poteva. Il mio cuore stava impazzendo, l'intensità delle emozioni, nel bene e nel male, era come amplificata all'infinito quando ero accanto a lui.
Con gli occhi rigati dal pianto, mi sporsi delicatamente, e gli posai un dolce bacio sulle bellissime labbra.
"Io ti amo.." sussurrai, tra le lacrime.
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