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Vecchio 11-02-2014, 01.24.54   #745
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Così, Clio e Gheorgis, seguendo il cortigiano, giunsero nella sala del trono.
Erano presenti vari cortigiani, il Capitano della Guardia Ecclesiastica e alcuni senatori, tra cui Bool.
Al centro della sala, però, vi era un nano che sembrava calamitare l'attenzione di tutti i presenti.
Accanto al nano stava immobile, in sella al suo cavallo nero, un gigantesco cavaliere, bardato di un'armatura lucente e spessa che copriva interamente il suo corpo.
Il palafreno appariva nervoso al punto che il misterioso cavaliere doveva tenerlo buono tenendo tese le redini e i suoi speroni conficcati nei fianchi dell'animale.
“Porgo i miei saluti al nobile e antico reame di Afravalone.” Disse il nano.
“Chi siete voi?” Chiese Bool. “E come osate venire in questo augusto luogo con quel cavallo?”
“Badate a come vi rivolgete a noi.” Lo ammonì il nano. “Siamo sudditi di un regno ricco e potente che non ammette pietà e misericordia verso i nostri nemici.”
“Sei troppo insolente nano!” Esclamò il Capitano della Guardia Ecclesiastica. “Modera dunque il tuo linguaggio ed ammansisci i tuoi modi. I tuoi simili qui vengono usati come giullari e buffoni per allietare i nostri signori!”
A quelle parole del capitano, il cavaliere portò lesta la mano sulla spada.
Ma il nano lo fermò con un cenno.
“Quando ascolterete ciò che ho da rivelarvi” fece il nano “rimpiangerete amaramente queste parole. E fra un momento pregherete per un po' di clemenza.”
“Cosa vi fa credere” disse “Bool “che possa interessarci ciò che voi avete da dire?”
“Perchè riguarda il vostro re.” Rispose il nano, per poi consegnare una lettera al senatore.
Questi allora la prese e dopo averla aperta cominciò a leggerla ad alta voce:

“Il vostro re è nostro prigioniero.
Incarcerato nelle impenetrabili prigioni del nostro reame, egli soffre le pene di un'inclemente cattività e per riscattarlo occorre un pegno inimmaginabile.
Ormai è un mese esatto che è imprigionato nelle nostre carceri e tra non molto invocherà lui stesso la morte pur di non patire più gli stenti a cui vengono sottoposti tutti i nostri galeotti.
Ma saremo felici noi stesse di esaudire la sua richiesta di morte, qualora si deciderà a domandarla.
Tuttavia se vi presenterete al nostro cospetto col pegno richiesto, noi lasceremo libero il vostro sovrano.
Attenderemo dunque tredici giorni a partire da quando questa lettera vi sarà consegnata.
Dopo il trascorrere dei quali il vostro sovrano chiederà di essere messo a morte.

Gioiosa Azzurra, regina di Gioia Antiqua”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO

Ultima modifica di Guisgard : 11-02-2014 alle ore 01.41.37.
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