Daizer fissò sorpreso Elisabeth.
Poi sorrise e indossò la camicia.
“Perdonatemi...” disse mostrando un vistoso e sarcastico inchino “... non pensavo di turbarvi senza camicia... beh, cercherò di rammentarlo e per quanto possibile di nascondere il mio fascino virile.” Facendole l'occhiolino. “Ma per il resto non vi comprendo... mi sa che parlate a rovescio... siamo andati in chiesa e poi ritornati qui alla locanda... vi siete stesa un momento accanto alla bambina e subito dopo dormivate come un ghiro... e posso sapere cosa cercate nella mia giubba?”
In quel momento Elisabeth tirò fuori da una delle tasche quel frammento d'ossa.
“Ah, quello...” fissandolo Daizer “... si, l'ho pescato in chiesa, nel cestino delle offerte... sinceramente non so come sia finito là... non vorrei spaventarvi, ma si tratta di un... si, insomma, di un frammento...”
Ma proprio in quel momento la bambina, alzatasi dal letto, li raggiunse.
“Ehi, piccola...” sorridendo il contrabbandiere “... riposato bene?”
“Dobbiamo portare il frammento dove è stata dissacrata la tomba...” mormorò la piccola, rompendo finalmente quell'innaturale silenzio in cui si era chiusa “... dobbiamo andarci subito...”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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