“Si, era lei quella donna...” disse Geroa ad Altea “... era quella strega... tanto malvagia, quanto potente...” fissò l'avventuriera “... dovete invece credere alla magia... quella bianca e quella nera... perchè sono una realtà...”
Poi, d'un tratto, nell'aria cominciò a diffondersi una dolce e malinconica melodia.
Come se qualcuno suonasse un organo da qualche parte nel castello.
Geroa allora si avvicinò ad una delle finestre e restò ad ascoltare quella musica.
“E' la sua anima che suona...” mormorò la donna “... solo lui è capace di suonare così... possono avergli tolto tutto, ma la sua anima no... e apparterrà sempre e solo a lui...”
Era buio e su quelle nostalgiche note scivolarono via le ore notturne.
Altea e Geroa, così, restarono ad ascoltare quella musica, quasi senza accorgersi che l'alba si avvicinava.
Poi i primi raggi dell'aurora rischiararono la sala.
“E' giorno...” fece Geroa “... un nuovo giorno...”
Di colpo la musica cessò.
Poi, un momento dopo, un inumano grido si diffuse nel castello.
Un grido bestiale e primordiale, come se fosse nato dall'ardore e dal furore di una belva feroce.
Era lo stesso verso che Altea aveva udito in precedenza.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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