La voce di Clio fece scattare Guisgard.
Il cavaliere allora, quasi d'istinto, portò la mano sull'elsa della sua spada, ma poi, guardandosi rapidamente intorno, si accorse che i soldati avevano praticamente bloccato ogni via d'uscita da quella tavernetta.
Guisgard abbandonò così ogni velleità di resistenza e fuga.
“In verità” disse mostrando un sorriso irriverente a Clio “sin dal mio arrivo in questa città non mi è mai stata data la possibilità di misurarmi con qualcuno che mi stesse alla pari...” sorseggiando del vino “... e visto che ribadite così spesso le virtù che un vero cavaliere deve possedere, beh, forse ve ne sfugge una...” rise appena “... ossia che un cavaliere non si batte mai contro una donna...” si alzò dalla tavola, sorridendo alle ragazze che gli erano intorno “... e voi questo siete, una donna...” avvicinandosi a Clio “... benchè facciate di tutto per convincere voi stessa e gli altri del contrario... ma non vi basterà portare un'uniforme e impugnare una spada per negare la verità... avrei potuto battervi facilmente e disonorarvi davanti ai vostri soldati...” sorrise ancora “... ma dopotutto, nonostante non sembri, sono un cavaliere, no? L'avete detto voi... quanto al vostro ignorare poesia e versi, non fatevene un vanto, milady, poiché, vi rivelerò, pare che agli uomini piacciano le donne romantiche, passionali... quelle invece che vogliono apparire troppo decise e col piglio del comando temo finiscano con lo spaventare i maschietti...” rise di gusto.
“Prestate fede a ciò che dice...” disse uno dei presenti a Clio “... è un vero esperto in fatto di donne!”
“Non lo sono, amico mio.” Fissandolo Guisgard. “Ma comunque non occorre esserlo, per capire che il nostro capitano, qui, vuole apparire più mascolina di quanto in realtà non sia.” Indicando Clio. “Datemi retta...” guardandola negli occhi “... riponete armi e corazza e lasciatevi andare... siete troppo bella per giocare a fare la Clorinda...”
“Anche Clorinda era una principessa, sir?” Chiese una delle ragazze. “Ed aveva un innamorato?”
“Era figlia di un re.” Rispose Guisgard. “Si, era molto amata. Ma sfortunatamente anche lei perse troppo tempo a giocare ai cavalieri per accorgersene prima.” Tornò a fissare Clio. “Comunque, ciò che siete non è affar mio... ma mi chiedo... perchè mai mi offrite la libertà? Perchè volete riscattarmi da Gufo Scarlatto? Non pensate che alla minima occasione fuggirei? Non ho nulla da spartire con gli affari del vostro regno... ho un viaggio da riprendere ed una terra ancora tutta da conquistare... le faide del vostro reame non mi riguardano...”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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