Gufo seguì il suo mercenario fino ad un piccolo cortile, che quei soldati di ventura adoperavano per tirare di spada e scommettere sul loro valore di spadaccini.
Qui trovò qualcuno che lo stava attendendo.
Se ne stava seduto circondato da altri uomini dello Scarlatto.
E nel vederlo Gufo restò stupito.
“Tu...” disse “... tu... cosa ci fai qui, cane? Come hai fatto a trovare questo posto?”
“Ehi, è questo il modo di trattare un vecchio amico?” Ridendo Guisgard.
“No...” scuotendo il capo lo Scarlatto “... no, certo che no... ti farò infilzare come uno spiedo ed arrostire fino a quando le tue carni non si apriranno...”
“Ho sempre trovato discutibile questo tuo gusto per la violenza fine a se stessa, vecchio mio...” sorridendo il cavaliere.
“Ora vedrai quanto so essere violento, canaglia...” con disprezzo Gufo “... prendetelo!” Ordinò ai suoi.
I mercenari obbedirono e tirarono su Guisgard, bloccandolo con forza.
“Ehi, che maniere sono queste!” Esclamò il cavaliere. “Possibile che un soldato di ventura ignori a tal punto i presupposti per mandare in porto un affare vantaggioso!”
“L'unico affare che tratterai” fece Gufo “sarà la tua anima che porterai al demonio!”
“E tu perderai ogni possibilità di guadagno!” Replicò Guisgard.
“Come puoi parlare di guadagno tu?” Con rabbia lo Scarlatto. “Visto che la tua vita tra poco non varrà uno sputo!”
“La mia forse no” fece il cavaliere “ma quella della tua preziosa prigioniera si invece!”
“Cosa vuoi dire?”
“Sono stato inviato qui dal Senato” rispose Guisgard “per trattare la liberazione della ragazza...”
“Menti!” Lo zittì Gufo. “Non affiderebbero mai ad uno come te una trattativa così importante!”
“Allora perchè credi sia qui?”
“Non mi interessa!” Rispose lo Scarlatto.
“Sai bene che il mio unico intento” spiegò Guisgard “è quello di andare via da questa terra... lo sai più di chiunque altro... a me interessa solo la mia libertà... e per riaverla ho dovuto accettare questo incarico... pensi che mi interessi qualcosa di quella sciocca ragazza? O di te e di tutto il resto? Ma ho dovuto accettare. Mi hanno promesso in cambio la libertà... a patto però di fare da tramite fra voi e loro... in pratica non volevano mettere in pericolo i loro soldati... probabilmente ai loro occhi la mia vita non vale poi tanto...”
“Perchè dovrei crederti?”
“Perchè non ho motivo di venire qui a trattare per il Senato...” disse Guisgard “... sono stato costretto a farlo...”
Gufo lo guardò con sospetto.
“Ma in verità” continuò il cavaliere “voglio proporti un affare...”
“Quale affare?” Domandò lo Scarlatto.
“A te il denaro, tanto denaro, con in più la ragazza...” annuendo Guisgard “... e a me, naturalmente, la libertà...”
“Continua...” con diffidenza Gufo.
“Prima forse bisognerà bere qualcosa...” tornando a sorridere il cavaliere “... ho anche qualcosa qui con me... il sigillo del Senato di Afravalone... come prova che dico il vero...”
Boyke prese quel sigillo e lo controllò con attenzione.
“E' autentico, capo...” fissando poi Gufo.