Altea era entrata nella stanza presa da lei e da Elvet.
Tutto appariva sottosopra.
Il letto aveva le lenzuola stracciate e i pochi mobili di quell'ambiente apparivano tutti capovolti.
Le corde con cui l'avventuriera aveva legato Elvet si trovavano a terra, completamente spezzate.
Chi o cosa aveva fatto tutto ciò?
Istintivamente Altea guardò la finestra aperta.
Chiunque o qualsiasi cosa fosse, ora era fuori in libertà.
D'un tratto la donna udì delle voci.
La gente del borgo si era già radunata armata davanti alla locanda, pronta per dare la caccia alla belva che si pensava girasse da quelle parti.
“Tu...” disse il borghese che sembrava essere il capo del borgo agli altri “... occupati delle tagliole... voi due, accertatevi che tutti siano armati... chi non possiede un'arma, allora prenda zappe, forconi, pale, picconi, insomma, tutto ciò che può arrecare danno... muniamoci poi di torce... la caccia potrebbe essere lunga e non voglio ritrovarmi nella foresta al buio contro quell'animale...”
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
|