Daizer, nonostante lo stupore e l'incredulità per gli ultimi fatti accaduti, alla fine annuì a quelle parole di Elisabeth.
“Si, vi accompagnerò...” disse “... anche perchè tutta questa storia mi sembra poco adatta per essere affrontata solo da una donna, una ragazza muta e due monaci...”
Così, sistemato il suo carro, poco dopo la compagnia lasciò quel luogo e prese la strada che si addentrava sempre più nel bosco.
Verso il crepuscolo, finalmente, avvistarono alcune colline.
E su una di esse si vedeva un maestoso castello.
“Sarà quello il castello indicatoci dal prete...” fece il contrabbandiere “... anche se...” mormorò poi “... lui ci ha parlato di un borgo, mentre là c'è solo quel maniero...”
“Forse il borgo” fece Fra' Severius “è coperto da qui dalle mura del castello.”
“Solo avvicinandoci ancora” disse Fra' Favelius “lo scopriremo.”
Ad un tratto udirono un rumore di ruote.
Un altro carro, condotto da un contadino, veniva verso di loro.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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