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Vecchio 11-03-2014, 01.59.40   #1050
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Clio si sedette allora alla meglio in quella cella, avvolta nel mantello di Guisgard che la tenne al caldo nonostante l'umidità di quella prigione.
Il carceriere si appisolò quasi subito, destandosi di tanto in tanto solo per sorseggiare un po' del liquore che aveva versato in una scodella d'argilla e che teneva accanto al suo sgabello.
Dall'esterno, attraverso la piccola finestra della sua cella, la ragazza poteva udire e dunque immaginare cosa accadeva.
Altri due mercenari erano appena giunti, visto ormai la sera inoltrata, pronti a sorvegliare il prezioso ostaggio.
Parlavano del più e del meno, con un linguaggio poco adatto alle dame dell'alta società, interrompendo quei loro discorsi solo per tirare i dadi e litigare poi di conseguenza, accusandosi a vicenda di essere dei bari.
“Salute a voi, amici miei.” Disse all'improvviso la voce di Guisgard. “Sera fredda e ventosa. Non vi invidio affatto. Meglio stare al calduccio davanti al camino o al braciere, che qui a patire il gelo.” E tirò fuori una bottiglia di vino.
“No, lascia perdere...” fece uno dei due mercenari “... la scorsa notte Boyke ha beccato i due messi a guardia qui un po' alticci... non vogliamo suscitare le ire del capo...”
“Capisco...” sorridendo il cavaliere “... allora vuol dire che stasera assaggerò da solo questo vino.”
“Ma non qui.” Mormorò l'altro mercenario. “Mi da il nervoso vedere qualcuno bere senza poter fare altrettanto.”
“Più che giusto!” Ridendo Guisgard. “Stando così la cosa questo vino accompagnerà più tardi la mia cena. Vi infastidisce se suono un po'?” Prendendo la sua ocarina.
“Per niente!” Esclamò uno dei due. “Ma suona qualcosa di allegro!”
“E magari raccontaci una storia.” Disse l'altro. “Possibilmente con qualche bella donna!” Ridendo.
“Si, ma disinibita e generosa!” Sogghignando il suo compare.
“Ho quello che fa per voi, amici miei!” Divertito Guisgard. “Vi narrerò di una donna tanto bella, quanto astuta! Sto parlando della fata Armida... e di come sapeva, con i petali della sua rosa incantata, avvelenare il vino da far poi bere ai suoi amanti...” aggiunse con un tono di voce che palesemente voleva raggiungere, attraverso la finestra, la cella di Clio.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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