Disattivato
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Lo guardai accasciarsi in quel modo, era davvero un sonnifero potente.
Potevo sentire i discorsi dei mercenari e il suono dell'ocarina di Guisgard.
Sorrisi, forse era una pazzia, ma dovevo tentare. Ero stanca di star ferma.
Dovevo andarmene di lì, e al più presto. Se il cavaliere mi avesse tradito sarebbe stata la fine, ma infondo mi aveva aiutata, sarebbe finito nei guai quanto me.
Bisognava tentare, infondo, erano soltanto due guardie, il carceriere era pesantemente addormentato.
E quella musica, quella musica copriva i rumori. Sì, dovevo tentare.
Staccai un nastro dalla manica e lo usai per acconciare i capelli, raccogliendoli sul capo, in modo che soltanto un paio di ciocche mi incorniciassero il viso, e lo nascondessero, appena appena.
Già che avevo quel vestito, tanto valeva sfruttarlo. Non era la prima volta, infondo, che usavo uno stratagemma simile.
Era così che ero riuscita a catturare il capo di una banda di briganti, qualche anno prima.
Ci avevo messo un settimana ad imparare come camminare, come muovermi, come parlare, per evitare di tradirmi. La ragazza che mi aveva insegnato tutto quello, doveva avere una pazienza infinita. Ma, infondo, aveva ottimi motivi per aiutarci.
Ma era diverso allora, i miei uomini erano vicinissimi, non rischiavo nulla.
Dovevo comunque provarci.
Così, spostai finalmente la sbarra che avevo limato, grazie al prezioso regalo di Guisgard, cercando di fare meno rumore possibile.
Ma c'era ancora la musica, e il carceriere dormiva.
Riuscii ad uscire, ma non cantai vittoria, era la parte più facile.
Salii le scale circospetta, seguendo la musica e l'orientamento per raggiungere il posto su cui si affacciava la mia finestra.
Non fu difficile.
Li osservai non vista, i due mercenari e il cavaliere.
Il soldato si svegliò improvvisamente ed iniziò ad osservare la situazione, le armi che possedevano, i punti in cui erano scoperti.. ma la donna arrivò di soppiatto e mandò via l'altra parte con aria di compatimento.
Potevo quasi vederla quella parte di me, prendere il controllo, sistemarsi i capelli sorridendo, aggiustarsi l'abito.
Avevo davvero bisogno di lei. Se mi fossi tradita, sarebbe stata la fine.
Prima di andare, mi chiesi se Guisgard sarebbe rimasto sorpreso, o se avesse pianificato ogni cosa, anche la mia uscita.
C'era un solo modo per saperlo.
Presi un respiro ed uscii dal mio buio nascondiglio.
L'oscurità giocava a mio vantaggio.
Camminai, con grande fatica, lentamente, in maniera aggraziata, leggiadra, sensuale. Pensai con un sorriso che il mio abituale passo: pesante, marcato, marziale, avrebbe cozzato pesantemente con quel vestito.
Sorpassai con naturalezza i due mercenari, in modo da dar loro le spalle, diretta dal cavaliere.
"Allora è qui che ti sei nascosto.." dissi piano, con un tono dolce e suadente che nemmeno sapevo di avere, una volta arrivata di fronte a Guisgard " Credevo ti fossi dimenticato di me..." sorrisi "Oh, non guardarmi in quel modo.. so come entrare non vista in un posto come questo.. ero stanca di aspettare..." mormorai "E poi, non hai perso qualcosa, cavaliere? O era un regalo?" risi appena, togliendomi il mantello per adagiarlo sulle sue spalle.
"Allora, ce ne andiamo di qui?"mormorai, giocando con una ciocca di capelli.
Sicuramente non ero un granché come donna, ma era il massimo che potessi fare.
Sperai che il cavaliere mi assecondasse e i due mercenari non mi riconoscessero.
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