Guisgard sembrava sorpreso, evidentemente non se l'aspettava.
Beh, ma era stato lui a darmi l'opportunità, io l'avevo solo colta al volo.
Tuttavia mi assecondò, e io continuai a recitare la mia parte, docile e spensierata.
Lasciai che mi cingesse con le braccia, anzi mi aggrappai a lui.
D'un tratto, quella voce, Gufo.
Era comunque buio, forse potevo ingannare anche lui.
Restai in silenzio, la testa appoggiata alla spalla del cavaliere, gli occhi bassi, la ciocca di capelli che mi attraversava il viso.
Mi morsi il labbro inferiore, con l'espressione di una bimba disobbediente che è stata colta in flagrante a rubare la marmellata.
Alzai per un momento lo sguardo su Guisgard, per poi abbassarlo subito, come a cercare la sua protezione.
Ero una donna, dopotutto, indifesa, certo, ma tra le braccia di un cavaliere.
Dovevo stare al mio posto, non toccava a me parlare.
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