“Ora calmatevi...” disse Daizer ad Elisabeth “... calmatevi e smettetela di agitarvi...” il tono era fermo, ma rassicurante.
Come se toccasse quasi a lui preoccuparsi di tutti loro.
“Non accadrà nulla, vedrete...” continuò il contrabbandiere “... incontreremo quell'uomo, ma poi ripartiremo. Nessuno può obbligarci a restare qui e nessuna autorità può impedirci di ripartire, perchè non siamo dei malfattori.” Guardò i due monaci che erano con loro.
“Figliola...” rivolgendosi Fra' Severius alla maga “... messer Daizer ha ragione. Non abbiamo fatto nulla di male e dunque non abbiamo nulla da temere. L'inquisitore è comunque un uomo di Chiesa e pertanto un Ministro di Dio. Gli racconteremo tutto ciò che ci è accaduto in questo nostro viaggio. Sei d'accordo, fratello?” Voltandosi poi verso Fra' Favelius.
Questi annuì.
“Io invece” fece Daizer “direi di restare cauti su questo punto... voglio dire, potrebbero essere difficili da spiegare i tanti fatti accadutici durante il cammino... per questo sono dell'idea di raccontare il minimo indispensabile. Direi allora che quella ragazza è nostra figlia o una nostra nipote... magari inventandoci di un trauma che le impedisce di parlare... non potranno certo sconfessare questa cosa senza alcuna prova... dico bene, no?”
Poi scesero al pian terreno per mangiare qualcosa prima di recarsi al Palazzo Gaudioso.
Qui rividero il medico del giorno prima.
“Se permettete vi accompagnerò io al Palazzo Gaudioso, signori.” Propose il medico.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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