Guisgard sorrise a quelle parole di Clio.
“Eh, cosa volete...” disse sospirando “... diciamo che sono bravo a leggere negli occhi di una ragazza... i vostri, poi, invogliano particolarmente a farlo... e fortunatamente, nonostante i vostri vaghi sforzi di apparire così mascolina, una donna non riesce mai a celare del tutto ciò che il suo cuore grida...” rise appena “... oh, ma naturalmente non diremo a nessuno di ciò che abbiamo dovuto fare per fuggire da quei mercenari... dunque non temete, milady, porterò nella tomba il segreto di quel bacio rubato...” sarcastico lui “... avete la mia parola di gentiluomo e di cavaliere, ovviamente...” con tono forzatamente riverente, per poi ridere di gusto “... quanto ai senatori e ai loro messi non preoccupatevene... io sono tutto ciò che hanno inviato per la vostra liberazione... sui vostri uomini poi, beh, lo scopriremo tra breve se saranno in grado di riconoscervi o meno...” indicando qualcosa davanti a loro.
Infatti vi erano alcuni soldati che sorvegliavano una delle torri prossime alla mura cittadine.
“Altolà!” Gridò uno di quelli appena il cavallo di Guisgard e Clio apparve a pochi passi da loro. “Avanzate ed annunciatevi!”
“Viva il re!” Esclamò Guisgard. “O il vescovo, a seconda di chi servite!”
Erano soldati del re.
“Da dove giungete?” Chiese loro il militare.
“Beh, non si vede?” Ironico il cavaliere. “Siamo due piccioncini nel bel mezzo di una fuga romantica, in cerca di una chiesa per sposarci e di una città in cui nasconderci.” Aggiunse con tono scanzonato.
“Mi state prendendo in giro?” Alterandosi il soldato.
“Io prendere in giro le guardie del re?” Fingendo stupore Guisgard. “Che Dio mi scampi!” Esclamò. “Volete forse che le ire del vostro bel capitano cadano su di me?” E si abbandonò ad una sonora risata.