Altea salì così al secondo piano col locandiere.
Questi le mostrò la stanza e poi andò via.
Era un ambiente non molto grande, ma accogliente.
Il mobilio era essenziale, ma disposto con una certa, benché semplice, cura.
Una piccola finestra che guardava verso Occidente illuminava la camera.
E da quella finestra, che permetteva di affacciarsi in strada, ad un tratto Altea udì una musica e qualcuno che cantava:
“Amore è quell'incanto che non svanisce,
un fior sorto nel cuor di chi Gioia ambisce.
Vibra con i versi d'arpeggi, di flauto e rotta,
corre tra Luna e stelle e con la ragione lotta.
E io che ho veduto le sue meraviglie più belle,
canto tal rime per le gioie d'Altea e solo quelle.”
Era Tyssen sotto la finestra della bella avventuriera.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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