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Vecchio 21-03-2014, 16.33.21   #1166
Clio
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Clio sarà presto famosoClio sarà presto famoso
Abbracciai mio padre, e raggiunsi i miei appartamenti.
Mi liberai dell'abito, per poi immergermi nella vasca colma d'acqua profumata.
"Lavatelo e fatelo portare da un garzone a madama Layl, con i miei ringraziamenti.." Ordinai alle ancelle.
Chiusi gli occhi, lasciando che il profumo di fiori e spezie inondasse la stanza, solo in quel momento mi resi conto che era tutto finito.
Lì, nella sicurezza della casa in cui ero cresciuta, potevo tornare a respirare.
Mi sarei crogiolata nell'acqua per il resto della mia vita, ma in realtà sapevo di non avere tempo.
Mi accorsi improvvisamente di essere affamata, il mio autocontrollo mi aveva impedito di gettarmi sulla tavola imbandita al Palazzo dei Migliori, ma non vedevo l'ora di mangiare.
Oh, il cavaliere non si era fatto troppi problemi, pensai con un sorriso divertito, aveva ragione, non conosceva alcuna disciplina.
Era un bene che non si unisse alla spedizione.
Ero davvero stanca di dovermi difendere continuamente, mi sembrava di essere tornata ai primi anni di accademia, quando tutti si prendevano gioco di me.
Ma erano anni ormai che nessuno metteva in dubbio il mio valore o il mio ruolo, non ero più abituata a dover stare sulla difensiva.
Avevo dimenticato quanto fosse estenuante.
Ma ora era finita, anche se avesse deciso di unirsi a noi, ci avrebbero pensato i miei ragazzi a metterlo in riga.
Quel pensiero mi ricordò che non potevo passare tutto il giorno nella vasca.
Così mi lavai e indossai finalmente la mia uniforme.
Ora, l'immagine che lo specchio rifletteva era la mia, inequivocabilmente.
Non avevo più la spada di Karel, così, mi diressi verso un'elegante teca in vetro, dove avevo riposto la mia prima spada.
"Buongiorno, bellezza... Ti sono mancata?" Sorrisi, allacciandola alla cintura col prezioso fodero.
Quella spada mi era stata donata il giorno che mi aveva consacrato cavaliere, e mi ricordava costantemente dove ero riuscita ad arrivare e le responsabilità che avevo.
E d'improvviso tutto sembrò lontano e futile.
Cosa mi importava di cosa pensava quel cavaliere? Io ero quella che ero, e non avrei cambiato la mia vita con quella di nessun'altra donna.
Chiamai un messo, e gli recapitai una lettera per Astin.
Lo avvisavo del mio ritorno, e gli chiedevo di avvisare i miei otto fedelissimi di tenersi pronti per la partenza, e di preparare un resoconto di morti e feriti, lo informavo che sarei comunque passata in caserma al più tardi nel pomeriggio.
Raggiunsi poi mio padre nel salone, dove la colazione mi aspettava.
Mentre mangiavo, gli raccontai ogni cosa, la casa in fiamme, il primo attacco dei mercenari, e poi il secondo, la morte dei miei uomini e la mia cattura, la cella, il carceriere gentile, l'arrivo del cavaliere, la lima, il vestito, la rosa avvelenata, Orfeo ed Eurudice, Aspasia, la mia recita di fanciulla innamorata, la fuga a cavallo, la cappellina nel bosco e il secondo cavallo, l'arrivo in città.
"Questo è quanto.." Dissi infine, posando l'ultimo pezzo di focaccia.
"Quanto a Gioia Antiqua, parto domani mattina con il mio manipolo storico, non posso portarmi troppi uomini, perché la città rimarrebbe sguarnita, ma noi dieci siamo abituati a combattere insieme, e l'affiatamento conta tanto in una questione così delicata.. senza contare che sono i miei uomini migliori, e più fidati.." Abbassai lo sguardo "Nove, saremo in nove, ne abbiamo perso uno nel l'incendio..".
Una fitta di dolore mi attraversò, nel ricordare il viso di Kastor tra le fiamme.
"Ah, e verrà anche Nestos, se per voi a bene, deve riconoscere l'erba per curare Sua Altezza..".
Mi chiesi se il medico avesse rivelato di me e Karel anche a mio padre.
"In teoria i senatori hanno chiesto anche a Guisgard, il cavaliere che mi ha liberato di unirsi alla spedizione, ma non credo che verrà, non ha motivo di farlo, senza contare che non è disposto a prendere ordini da una donna.. Quindi è meglio che se ne vada per la sua strada.. Non voglio problemi, è una situazione delicata, e non posso stare a preoccuparmi della disciplina o della fedeltà dei miei uomini... Devo fidarmi ciecamente di loro.. Ma è un peccato, in realtà, perché è davvero in gamba, se solo si sapesse comportare..." Scossi la testa.
"Bene, direi che vi ho detto tutto, quindi oggi dovrò passare in caserma per sistemare le cose col mio luogotenente, preparare tutto il necessario per la partenza, ah.. E vorrei anche riuscire a far visita a Sua Altezza, anche se so che non si è ancora svegliato..".
Guardai mio padre e sorrisi.
"Giorni fa, prima del duello, avevate detto di volermi mostrare una cosa, ma poi c'è stato l'inferno e non ho più avuto occasione di chiedervelo, di cosa si trattava?".
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