Sire, vi sono debitore sia per aver collocato la discussione nel suo giusto posto, sia per il vostro contributo.
Convengo con voi che l'animo di un vero Cavaliere dovrebbe potersi dire colmo di tutte le virtù da voi elencate, ma speravo che si potesse rendere più avvincente il dibattito elencando quella che secondo noi è la virtù massima, esemplare, dell'essere Cavaliere.
La diversificazione delle risposte credo potrebbe altresì insegnarci a conoscere meglio i rispettivi autori, comprendendo le loro ideali priorità.
Per spiegare la mia risposta di cui sopra, io penso che la Nobiltà sia la più alta delle virtù cavalleresche perché è ciò che ci spinge a eccellere. E' una spinta positiva e propositiva a scardinare i vizi dal nostro animo e a instillarvi comportamenti virtuosi, proprio perché c'è quella tensione costante al miglioramento e all'ispirazione a dei modelli ideali. Per me la nobiltà d'animo significa trovare delle costanti fonti di ispirazione verso il meglio, sia nell'umile, sia nel coraggioso, sia nel caritatevole, sia nel giusto. Significa cercare di essere sempre migliori di quel che si è, e credo sia la più grande virtù di un Cavaliere.
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Un Cavaliere è devoto al valore, il suo cuore conosce solo la virtù,
la sua spada difende i bisognosi, la sua forza sostiene i deboli,
le sue parole dicono solo verità, la sua ira si abbatte sui malvagi
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