Altea fissò con attenzione quella processione.
I chierici che ne guidavano la testa avanzavano recitando i Divini Misteri del Santo Rosario, mentre i valletti recavano icone raffiguranti le quattro Sante protettrici di Capomazda: Santa Rita, Santa Lucia, Santa Teresa e Santa Caterina.
Un ultimo paggio chiudeva la prima parte del corteo portando invece l'immagine dell'Arcangelo Michele, Divino Custode della stirpe dei Taddei.
La seconda parte della processione vedeva invece quei nobili cavalieri, con due di essi a portare la teca con il misterioso premio per la giostra.
Giunti davanti alla chiesa di San Martino, trovarono ad attenderli il vescovo, che benedisse la teca e proclamò la sacralità di ciò che in essa era contenuto.
“Questa Mistica Arma” disse “è stata forgiata con tutta la maestria dell'armaiolo, sotto Ispirazione Divina, affinchè assumesse, tra la magnificenza della sua elsa ed i riflessi della sua lama, le fattezze del Sacro Dono che essa è chiamata a simboleggiare. E possa Colui che benedisse, con l'Acqua e col Sangue sgorgati dal Suo Costato, la Sacra Lancia di San Longino benedire quest'arma ed il suo possessore! Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo! Amen!”
“Amen!” Risposero tutti i presenti.
Un attimo dopo la teca fu portata all'interno della chiesa di San Martino.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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