Clio raggiunse il giardino dove lei e Maria avevano concordato, tempo addietro, di incontrarsi.
Era una serata fredda e piovosa e in città dominava quasi un silenzio irreale.
Come se tutti si fossero assopiti in attesa del nuovo giorno e dunque della partenza di quella spedizione diretta a Gioia Antiqua.
Clio si sedette su una panchina riparata da alcuni alberi, protetta così dalla pioggia che cadeva giù dal cielo lenta e malinconica.
La strada che lambiva quel verziere era deserta ed il silenzio circostante era rotto solo dal fruscio dell'acqua sulle pozzanghere.
Passarono così diversi minuti, senza che Maria si facesse viva.
Poi, ad un tratto, si udirono dei passi.
Un attimo dopo Clio intravide una figura che camminava verso di lei.
Indossava un lungo mantello ed il capo era celato da un cappuccio.
La figura si avvicinò fino ad arrestarsi a pochi passi dalla panchina.
“Era ansiosa di rivedervi...” disse Maria senza però mostrare il suo volto al capitano “... per un attimo ho temuto di non vedervi arrivare stasera...” alzò appena lo sguardo, mostrando i suoi occhi sotto quel cappuccio “... invece a quanto pare sono stata brava ad imitare la calligrafia della vostra spia...”
Ora la sua voce era diversa.
Era una donna, ma non Maria.
Clio, però, non ebbe il tempo di rendersi conto d'altro, in quanto quella figura estrasse rapida un' affilatissima lama dal suo mantello.
Un istante dopo altre figure incappucciate emersero dalla pioggia, circondando la panchina sulla quale era seduta la ragazza.
“Provate solo a reagire” mormorò la donna incappucciata “e la vostra spia pagherà molto cara la vostra imprudenza...” fece un cenno alle altre figure e tutte estrassero le loro lame “... mi raccomando, fratelli... il Maestro non vuole che muoia... ci limiteremo solo a sfigurare il suo bel viso...”
“Pesavo si trattasse di un appuntamento romantico” all'improvviso una voce “ma ho abbastanza esperienza di queste cose da capire che non ci si presenta in sei per corteggiare una ragazza sola!”
Tutti si voltarono verso l'altra parte del giardino, intravedendo così qualcuno in piedi che guardava quella scena.
“Uccidetelo, fratelli!” Ordinò la donna incappucciata alle altre figure.
Ma non terminò neanche di pronunciare quell'ordine, che subito Guisgard, lesto, colpì una di quelle con una freccia.
Estrasse poi la spada e cominciò ad affrontare i misteriosi assalitori.
“Avanti, bella Clorinda...” gridò a Clio mentre respingeva i colpi di quegli avversari “... visto che vi piace tanto combattere, direi che è giunto il momento di darmi una mano...”