Lo scontro era diventato serrato.
I misteriosi assalitori incappucciati, con le loro affilate e letali lame, si erano avventati tutti su Guisgard, dopo che il cavaliere ne aveva ucciso uno con il suo arco.
Clio allora, allontanata la donna con un calcio, estrasse la spada, lanciandosi poi nella mischia.
“Come siete gentile, milady...” disse Guisgard a Clio mentre combatteva “... mi fate davvero un gran favore... non oserei mai combattere contro una donna... per questo non vi ho ancora dato una giusta lezione...” rise, continuando a tirare fendenti e a pararsi da quelli dei suoi nemici.
Quei misteriosi aggressori però si dimostravano abili, veloci e determinati, dando così filo da torcere al cavaliere ed al capitano del re.
Tuttavia la loro abilità permise ai due di respingere l'attacco con efficacia e di restituire a quegli assassini colpo su colpo.
Ma quando gli assalitori videro cadere un paio dei loro al suolo senza vita, tra cui la donna che li guidava, cominciarono ad indietreggiare.
Uno di loro lasciò cadere a terra un sacchettino che toccando il terreno esplose, lasciando diffondere una fitta nuvola di fumo.
“Che il diavolo se li porti!” Esclamò Guisgard portandosi una mano sugli occhi a causa di quel fumo. “Che trucco è questo?”
Qualche attimo dopo la nuvola si dissolse e i due non videro più nessuno attorno a loro.
“Dannazione...” fece il cavaliere “... sono fuggiti portandosi via anche i cadaveri...” si guardò intorno e corse attorno al giardino, senza però trovare più tracce di quelle misteriose figure.
“Sembra ci abbiano giocato...” tornando Guisgard da Clio “... che siano maledetti... come state? Siete ferita?”
Infatti sia lui che lei presentavano qualche leggero graffio.
“E comunque...” aggiunse divertito e rimettendo la spada nel fodero “... dovreste smettere di ficcarvi nei guai ogni volta... tra qualche ora lascerò il regno e non sarò più disponibile per salvarvi ancora...” le fece l'occhiolino.
Ma proprio in quel momento il cavaliere si accorse che accanto ad un cespuglio c'era qualcosa.
Era il cadavere di uno degli assalitori.
Quello che lui stesso aveva ucciso centrandolo con una freccia.
“Forse per la fretta” indicando quel cadavere Guisgard “i nostri amici hanno dimenticato di portarsi via qualcosa... venite, andiamo a vedere cosa si nasconde sotto quel cappuccio...”
L'alba cominciava a rischiarare il cielo sopra la città, facendo svanire le tenebre e i fantasmi che in esse dimoravano.