Clio raggiunse il cortile del Palazzo Reale, dove trovò ad attenderla gli uomini che aveva scelto per la spedizione insieme ad Astin.
Naturalmente vi erano anche il Senatore Supremo Bool con il suo seguito ed alcuni senatori, tra cui Gheorgis.
“Il capitano Clio.” Disse nel vederla arrivare Astin. “In alto le lance, uomini.”
E tutti i soldati salutarono il loro capitano.
“Tutto è pronto per la spedizione, milady.” Rivolgendosi a lei Bool. “Il Destino di Sua Maestà e del principe Karen è nelle vostre mani e in quello dei vostri uomini.”
“Anche se” fece Gheorgis “è un viaggio verso l'ignoto. Capitano, rammentate che nulla sappiamo di quella città e della sua regina. Se quel governo ha catturato il nostro re, di certo non è degno di fiducia. Dunque siate prudente.”
Intanto, in un'altra zona della città, dove un vivace mercato attirava una buona quantità di persone, Guisgard si aggirava fra i banchi in cerca di qualcosa.
“Dite, voi...” chiamando un mercante di cavalli “... ne avete uno buono... un bel sauro basco o di Sassonia?”
“Certo, messere!” Esclamò quello. “Avete voglia di divorare la strada, vero?”
“Altroché!” Annuì Guisgard. “Mi ci vorrebbe Pegaso se fosse possibile!”
“Ne avete di fretta, eh!”
“Devo fare molta strada” spiegò il cavaliere “e non vedo l'ora di giungere a destinazione.”
“Allora ho quello che fa per voi!”
“Ottimo.” Sorridendo Guisgard.
Il mercante allora mandò uno dei suoi garzoni verso le palizzate montate dietro il mercato.
Qualche istante dopo il ragazzotto tornò tenendo per le briglie un meraviglioso palafreno dal manto argentato e chiazzato di nero sul dorso.
“Cosa ne dite, messere?” Orgoglioso il mercante. “Avete mai visto un cavallo migliore? Per questo il Sultano di Costantinopoli, si dice, abbia offerto tre delle sue odalische più belle. E tutte vergini!”
“Si, è un cavallo bellissimo...” accarezzandolo Guisgard “... quanto?”
“Per voi solo venti Taddei, messere.”
“Per quella cifra” mormorò il cavaliere “riuscirete a venderlo solo a qualche nobile. E non credo che gli aristocratici frequentino questo genere di mercati. Vi offro dieci Taddei, in argento e subito. Non ho molto tempo, dunque prendere o lasciare.”
“Facciamo quindici, messere...” propose il mercante “... è un cavallo magnifico.”
“Sentite...” fece Guisgard “... siete fortunato perchè tredici è il mio numero preferito... dunque vi darò tredici Taddei d'argento. Non voglio contrattare oltre. Allora?”
“E sia...” acconsentendo il mercante “... vada per tredici Taddei d'argento...”
E i due si strinsero la mano.
“Chi dice” all'improvviso una voce alle loro spalle “che i Capomazdesi siano bravi solo a fare la guerra? Sono anche dei commercianti nati!”
“Che mi prenda un colpo...” voltandosi di scatto Guisgard “... questa voce...” e scoppiò a ridere “... Adamo!”
“Si, sono proprio io!” Annuendo divertito l'altro.
E i due si salutarono come si fa tra vecchi amici.
“Cosa ci fai qui?” Chiese Adamo al cavaliere.
“E' la stessa cosa che stavo per chiedere a voi!”
“Io frequento tutti i mercati della regione.” Rispose l'uomo. “Si fanno spesso degli ottimi affari.”
“Io ho comprato un cavallo.”
“A Capomazda si parlava della tua partenza.”
“Si, ma alcuni imprevisti hanno interrotto il mio viaggio.”
“Allora è vero...” mormorò Adamo “... sei deciso a rivendicare la terra di tuo zio a Sygma...”
“Si.” Annuì Guisgard.
“Non vorrai andare laggiù da solo, spero.”
“Avevo dei compagni ma...” chinando lo sguardo il cavaliere.
“Ognuno ha tracciato il suo Destino...” dandogli una pacca sulla spalla Adamo “... seguilo, ragazzo mio...”
Il cavaliere sorrise.
“Intanto qui c'è fermento...” riprese a dire Adamo “... ho sentito dire che la spedizione incaricata di liberare Sua Maestà partirà oggi.”
“Si...” guardandolo Guisgard “... a proposito di questo... voi siete originario della zona di confine... dunque conoscete di certo Gioia Antiqua...”
“Si, conosco quella città.” Annuì Adamo.
“La conoscete bene?” Chiese il cavaliere.
“Purtroppo” mormorò l'uomo “ho avuto l'onore di sostare un giorno ed una notte fra quelle sue mura... e non vorrei ritornarci per nulla al mondo.”
“Dunque i soldati del re rischiano non poco recandosi là?”
“Si, direi di si.” Con tono basso Adamo. “Ma perchè tanto interesse per quella spedizione?”
“Se vi chiedessi un favore?”
“Dimmi tutto.”
“Grazie, vecchio mio...” sorridendo Guisgard “... vorrei che parlaste ai soldati su tutto ciò che riguarda quella città... ho idea che nessuno si renda conto davvero dei pericoli che quel viaggio cela...”
“Dovrei presentarmi ai soldati?” Stupito Adamo.
“Si...” annuì il cavaliere “... andrete da loro e spiegherete tutto ciò che devono conoscere sulla città e su quella misteriosa regina.”
“Da testa calda” sorridendo Adamo “sei diventato di colpo riflessivo e premuroso verso il prossimo?”
“Non voglio che quei soldati finiscano sbudellati...” disse Guisgard “... magari daranno ascolto a voi che siete stato in quella città... a me di certo no... non lei almeno...”
“Lei?” Ripetè Adamo. “Ecco, dovevo capire che c'era di mezzo una donna...” rise appena.
“Non è come credete...” scuotendo il capo Guisgard “... non è una donna...”
“Ah, no?”
“O meglio... si, è una donna... ma è un militare... il Capitano della Guardia Reale.”
“Ah, ragazzo mio!” Divertito Adamo. “Tuo zio aveva ragione quando ti diceva che le donne sarebbero state la tua rovina! Addirittura provarci col capitano del re? Questa poi!” Rise.
“Siete fuori strada.” Con fare seccato Guisgard. “Io non ci ho provato con lei. Non è il mio tipo ed io non sono di certo il suo. Anzi, se vi dicessi per chi invece stravede...”
“Ah, abbiamo una ragazza che ti ha detto di no!” Esclamò Adamo. “E' un esemplare raro dunque! Sfido che poi l'hanno fatta capitano! Vorrei proprio conoscerla!” Rise di nuovo.
“Non mi ha detto di no” sbottò Guisgard “per il semplice fatto che io non l'ho corteggiata. Ma perchè stiamo parlando di questo?”
“Va bene, va bene...” trattenendosi dal ridere ancora Adamo “... crederò alla tua sincera preoccupazione per quei soldati e per la sorte del re.”
“Già.”
“Però condivido le tue preoccupazioni.” Tornando serio l'uomo.
“La spedizione non credo sia già partita...” fissandolo Guisgard “... siete in tempo per andare al Palazzo Reale e fornire loro tutte le informazioni.”
“Non posso presentarmi da solo là.” Replicò Adamo. “Visto che conosci la ragazza, accompagnami tu.”
“Va bene...” mormorò il cavaliere “... poi da lì partirò lasciando Afravalone.”
Così, Guisgard e Adamo raggiunsero il Palazzo Reale, proprio mentre Clio dava le ultime disposizioni ai suoi uomini prima della partenza.
“Capitano...” avvicinandosi a lei Astin “... guardate là... c'è di nuovo quel cavaliere...” in direzione di Guisgard che con Adamo guardava verso i soldati.
“E' lei?” Chiese Adamo a Guisgard, indicando Clio.
“Si, è lei, il capitano...” rispose il cavaliere.