Altea e Tyssen, secondo quanto proposto dalla bella avventuriera, si separarono per seguire quelle tracce di sangue.
La vegetazione era folta e tutt'intorno, all'improvviso, era calato un innaturale silenzio.
Come se il bosco volesse trattenere il respiro.
Ad un tratto ad Altea parve di udire qualcosa.
Prima un rumore vago e lontano, poi come un mormorio.
Una voce bassa e stanca, simile a quella di un bambino.
Di colpo alcuni uccelli volarono via da un cespuglio, facendo sobbalzare l'avventuriera.
Poi, un attimo dopo, un verso indescrivibile, rabbioso e feroce, si diffuse nell'aria.
Tutto allora accadde in un momento.
Altea vide comparire una sagome grossa ed indefinita, scura e rapidissima che, fuoriuscendo da un cespuglio, cominciò a caricare verso di lei.
Poi una scure lanciata verso quella bestiale sagoma, che però non riuscì a ferirla e finendo così per rimbalzare su di essa come se avesse colpito un pezzo di ferro.
Allora, in quegli attimi concitati, Altea udì Tyssen che gridava.
Il cavaliere la raggiunse, spingendola via e salvandola dalla carica di quella furia selvaggia.
La bella avventuriera ebbe solo il tempo di udire, un momento dopo, Tyssen urlare dal dolore.
Altea finì infatti in un fossato, perdendo così subito conoscenza.
Si svegliò in un comodo letto.
Era in una stanza con le tendine abbassate.
E nell'aprire gli occhi si accorse di non essere sola in quel luogo.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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