“In verità” disse Borel a Clio “io non credo affatto che quel tipo ce l'abbia con voi o che voi non gli andiate a genio...” guardando Guisgard andare via “... ma comunque non è affar mio questa cosa, anche se, in tutta sincerità, avrei preferito averlo dalla nostra parte in quest'avventura... e sia...” annuendo e sorridendo alla ragazza “... ma prendiamo quanto di buono quel cavaliere ci ha portato... l'idea del nome per la compagnia e questo pugnale.”
“Direi di tornare al Palazzo Reale e partire subito.” Avvicinandosi a loro Porturos.
Così, la compagnia lasciò la locanda e tornò al Palazzo Reale.
Qui tutto era pronto per la partenza.
E Clio ed i suoi uomini trovarono ad attenderli, oltre a Nestos, il senatore Gheorgis ed il suo uomo.
“Capitano...” andando incontro alla ragazza “... come detto, eccovi uno dei miei più leali e validi collaboratori... un uomo in cui ripongo la mia più totale fiducia... messer Issan, gran Giardiniere di Corte ed esperto di luoghi, genti e tradizioni del nostro reame... sono certo che il suo aiuto sarà importante durante questa difficile missione.”
Issan appariva come un uomo dall'aspetto comune, quasi insignificante, con occhi scuri ed anonimi e l'espressione pacata e modesta.
E nel salutare Clio ed i suoi uomini, tradì una flemma quasi irritante.
Parlava infatti con una cadenza estremamente calma, lenta, enfatizzata da un gesticolare quasi nullo.
E sul volto continuava ad ostentare un sorriso bonario, quasi di circostanza.
“Capitano...” rivolgendosi Borel a Clio “... direi che è ora ormai. Al vostro segnale lasceremo la città, diretti a Gioia Antiqua.”
“Si, meglio che partiate al più presto.” Disse Gheorgis. “Il viaggio non sarà né breve, né facile temo.”
E Issan, che era accanto a lui, annuì.