II: Mia Amata '09
“Quelli di noi che sono un po' in là con gli anni avranno sentito parlare per la prima volta del poeta Lucidor come protagonista di un'avventura d'amore romantica e misteriosa.”
(Erik Axel Karlfeldt, Skalden Lucidor)
Nell'ameno distretto della vecchia Afravalone, lungo le erbose sponde del lungo Lagno, si estendeva una verdeggiante campagna, compresa fra l'antichissima circoscrizione delle Cinque Vie e il ridente ducato di Capomazda.
Lungo la via maestra, che attraversando questa zona la tagliava in due, il Sole irradiava quel boscoso paesaggio, fatto di verdi salici, frondosi pini e robuste querce, disegnando e tingendo vivaci screziature tra sterrati rupestri, dossi di sterpi, pozzi coperti di rovi e ponticelli di pietra su acquitrini argentati.
I nodosi e lungi rami degli alberi correvano a congiungersi e ad aggrovigliarsi fra loro, generando ombrosi porticati tra le variopinte specie di fiori che pullulavano e correvano macchiettando la grande distesa verde che dominava quei luoghi.
Qui, tre figure a cavallo attraversavano questo scenario, con ormai alle spalle ciò che restava delle imponenti mura della capitale.
“Da qui” disse Adamo “risaliremo il Lagno, fin verso la Vallata dei Ponti. Oltre quel confine troveremo la strada verso Sant'Agata di Gothya, dunque verso Nord. Li ci separeremo e tu proseguirai per la tua strada.”
Guisgard annuì fissando la strada.
“Padre, io ho fame...” mormorò Afel.
“Ah, questo mio figlio!” Esclamò Adamo. “Se sentisse l'istinto di voler riempire la sua testa con qualche arguto ragionamento, come invece fa col suo stomaco ogni qualvolta brontola, sarebbe un genio!”
“Ma padre...” borbottò Afel “... si era detto che lungo la strada, in qualche locanda...”
Guisgard rise, per poi prendere la sua borsa e tirare fuori pane e qualche salsiccia.
“Prendi...” tirando quel cibo ad Afel “... in mancanza di una locanda.”
“Grazie, amico mio!” Contento per quel dono Afel.
Adamo scosse il capo.
I tre allora proseguirono, fino ad immergersi completamente in un lussureggiante bosco che sorgeva ai limiti della campagna descritta sopra.
“Sai già quale strada seguire per raggiungere Sygma?” Chiese Adamo al cavaliere.
“Per questo voglio arrivare al castello di lord Corsionne.” Rispose Guisgard. “Egli ha conosciuto mio zio ed è al corrente dell'itinerario che egli seguì per giungere a Sygma.”
“E dove si trova il castello?” Domandò Adamo.
“Tra Sant'Agata di Gothya e Solpacus.” Fissandolo Guisgard. “Sarà meglio apprestarci, dunque.” Aggiunse sorridendo.
Ma proprio in quel momento videro qualcuno giungere dalla parte opposta della strada.
Avanzava a cavallo con passo lento, strimpellando una rotta.
“Avanza e annunciati, menestrello!” Esclamò Guisgard.
“Non sono un menestrello...” replicò l'altro che arrivava “... sono Aust di Lainò.”
“Domando a te perdono, dunque.” Mormorò sorridendo il cavaliere.
“Siete cavalieri?” Chiese Aust.
“Lui solo fra noi.” Rispose Adamo, indicando Guisgard.
“Oh, milord...” avvicinandosi Aust “... posso chiedere la grazia di seguirvi? Andrete certo in cerca di straordinarie avventure!”
“Puoi seguirci, se vuoi.” Ridendo appena Guisgard. “Ma ti avverto che di avventure certo non ne sentiamo il bisogno. Anzi, preferiamo di gran lunga un cammino breve e tranquillo. Comunque, il mio nome è Guisgard. E questi miei due compagni sono messer Adamo e suo figlio Afiel.”
Aust salutò i tre con un sentito inchino, per poi unirsi a loro.
Spronarono così i cavalli e ripresero il loro cammino.
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