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Vecchio 15-04-2014, 01.50.40   #1410
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Nel vedere il loro comandante, gli uomini di Clio la salutarono con entusiasmo, raccontandole gli scherzi che si erano fatti fra loro durante i turni di guardia della notte appena trascorsa.
Poco dopo lasciarono la locanda e ripresero il loro cammino.
Attraversarono così di nuovo la foresta che sembrava avvolgere tutto quello scenario.
I monti non erano distanti e la lussureggiante ed ancestrale vegetazione pareva celare nel suo seno inquietudini e misteri.
Il sibilo del vento, vago e sinistro, oltrepassava quelle lande lasciando ovunque un senso di angoscia ed oppressione.
“Questi luoghi” disse Porturos “sono troppo cupi per i miei gusti...”
“Non so perchè” fece Ertosis “ma pagherei di tasca mia per incontrare un lupo... almeno sarebbe reale...”
“Si, hai ragione...” annuì Dort “... questa foresta è spettrale... come se vi abitassero solo fantasmi...”
“Magari i fantasmi di quelli accoppati dal cinghiale.” Ridendo Ertosis.
“Bah, avete la testa piena di sciocchezze!” Esclamò Borel. “Ho sempre pensato che bisogna guardarsi dai vivi, non certo dai morti!”
“Mi chiedevo” mormorò Scotir “cosa possa mai avere di così speciale un cinghiale da attirare addirittura dei cavalieri per dargli la caccia.”
“Chissà, forse la carne di cinghiale è molto apprezzata da queste parti!” Divertito Ertosis.
“Io invece” fece Porturos “ripensavo al premio messo in palio per catturare quel cinghiale. Chissà cosa sarà mai...”
“Se in palio c'è la figlia del Gastaldo o del Borgomastro” disse Ertosis “allora quasi quasi ci faccio un pensierino su quel cinghiale!”
Ad un tratto, in lontananza, apparve una cittadina ai piedi di un alto monte.
“Quella deve essere Solpacus...” indicò Borel “... non manca molto... finalmente usciremo da questa foresta.”
Proseguirono ancora per qualche miglia, fino a quando, ormai prossimi a quella cittadina, giunsero in un vecchio cimitero.
“Deve trattarsi del cimitero di Solpacus...” mormorò Dort “... come in tutti gli antichi centri esso sorgeva fuori dall'abitato cittadino.”
Era un luogo silenzioso, quasi incantato, immerso com'era in quella muta ed angosciante foresta.
E su una delle lapidi Clio vide un'enigmatica immagine di alcuni scheletri danzanti.
Un'immagine che le ricordò l'inquieto sogno fatto la notte precedente.
E sotto quelle figure lesse un sinistro epitaffio:

“Guardati bene da ciò che fai, poiché madama Morte aspetta solo l'occasione.”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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