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Vecchio 29-04-2014, 18.03.14   #1569
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Tutto accadde velocemente.
Poi la bestia piantò i suoi occhi su Clio.
La ragazza era là, davanti a quella creatura, come tante altre che erano state dilaniate e sventrate.
Un secondo latrato, stavolta più breve ma più intenso.
La bestia aveva puntato la sua nuova preda.
“Avanti...” urlò qualcuno dalla boscaglia “... colpite quel dannato cinghiale!” Forse era stato Dort, o forse Porturos.
Clio non riuscì a distinguere la voce, tanto era forte il ringhiare ormai di quella belva a pochi passi da lei.
E quando fu più vicina a lei, la ragazza intravide nel buio le sue forme.
Era grosso quasi quanto un orso, con lunghi aculei che uscivano dal suo corpo informe.
Ma di più le tenebre non permettevano di vedere.
In quel momento una pioggia di frecce partì dalla vegetazione, tutte indirizzate verso la mostruosa bestia.
Ma incredibilmente nessun dardo riuscì a conficcarsi nella pelle di quello spaventoso animale.
Tutte le frecce infatti rimbalzarono sul suo corpo, come se quell'essere fosse fatto di ferro.
Poi di nuovo tornò a puntare Clio.
Un attimo e si lanciò verso di lei.
Bastò un balzo e la raggiunse.
Clio ebbe solo il tempo di tirare fuori la spada da sotto il mantello, quasi con un gesto incondizionato, riuscendo a sentire solo come la sua lama impattasse contro il corpo di quell'animale, quasi fosse fatto di pietra.
Poi uno dei suoi artigli lacerò il fianco sinistro della ragazza, gettandola con violenza a terra.
“No!” Gridò disperato qualcuno.
Era Scotir.
Impugnò l'arma e corse a difendere il suo capitano, gettandosi tra lei e la belva.
Ma questa lo caricò, conficcandogli gli aculei che sorgevano dal suo capo nel petto.
Lo tenne bloccato a terra e poi lo lanciò contro un albero.
Ma all'improvviso si udì un corno suonare.
“Da questa parte, milord!” Urlò qualcuno.
Un attimo dopo giunsero Gvin ed i suoi, attratti forse da quei latrati innaturali.
Ma nello stesso istante si udì un sibilo, lungo e basso.
Lo stesso che Clio aveva udito la notte precedente.
La bestia allora si arrestò di colpo e poi rapidissima corse via, fino a sparire tra gli alberi.
Come se la foresta l'avesse inghiottita.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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