Ci sedemmo a tavola e anche ragazzi ressero il gioco.
"Oh, quante storie..." Dissi, ridendo, in risposta alla preoccupazione del finto Gufo "È stata una mia idea, e comunque avevo un'intera, costosa e scomoda armatura sotto il vestito..".
Avevamo convinto tutti, persino il locandiere.
La camera padronale, che lusso!
Sperai che la situazione non sembrasse troppo strana ai suoi compagni di viaggio, ma mi sembrarono tipi simpatici, si sedettero con noi tranquillamente.
Poco dopo, raggiungemmo la camera del locandiere.
Citazione:
“Beh, non possiamo certo lamentarci...” guardandosi intorno Guisgard appena rimasto solo con Clio in quella camera “... sembra davvero un confortevole ed intimo rifugio d'amore, mia cara...” sorrise “... ah, già... immagino che la commedia debba interrompersi ora che siamo soli e dunque devo tornare a parlarvi col voi...” si sedette sul letto “... davvero comodo... comunque non mi dispiace venire a togliervi dai guai di tanto in tanto, sapete? Ogni volta infatti ci guadagno un bacio... mica male.” Le fece l'occhiolino. “Guàmarin... nome originale, non c'è che dire, ma dannatamente adeguato...” alzandosi dal letto e avvicinandosi a lei “... i vostri occhi sono di un colore che non si dimentica facilmente...” le sfiorò i capelli per un attimo “... avete cambiato colore ai capelli... vi stanno bene... esaltano ancor più i vostri occhi...” restò a fissarla per un lungo istante senza dire nulla, nonostante i suoi occhi dicessero molto di più.
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"Beh, possiamo smettere di fingere ovvio... Ma il voi mi sembra un'esagerazione... È stato Dort ad inventarsi quel nome, e tutta la storia... Ero, una specie di Teuta... E ha azzardato non poco visto che non saprei governare una nave neanche lontanamente... Ma non sarà necessario..Eh, si.. I miei poveri capelli, il messo di Gioia Antiqua mi ha visto, ho pensato di prendere provvedimenti." Sorrisi, sostenendo il suo sguardo "A proposito, grazie... Sai essere nel posto giusto al momento giusto, rara qualità..".
Lo vidi posare il mantello per terra, e per un attimo pensai che fosse noncuranza, ma poi capii.
Scossi il capo ridendo.
"Non essere ridicolo, vuoi davvero dormire per terra?" Sospirai, togliendo gli stivali "Non dirmi che non riesci a dormire accanto ad una donna senza saltarle addosso.." Mi tolsi la giacca e la posai delicatamente sulla sedia, insieme alla cintura con spada e pugnale.
Non ci eravamo cambiati dalla notte precedente, avevo ancora indosso il piccolissimo corpetto che avevo indossato per per combattere con Dort.
La ferita al braccio era quasi rimarginata, quella della bestia invece mi avrebbe lasciato una bella cicatrice.
Un altro pezzettino della mia collezione.
Il cavaliere si era persino girato, e gliene ero grata, ma ormai riuscivo ad indossare la veste da camera senza mostrare nemmeno un lembo di pelle.
Il bisogno aguzza l'ingegno.
Complice la veste stessa, regalo di mio padre dopo un viaggio in oriente.
Larghi e leggeri pantaloni di seta blu con motivi dorati, e un'ampia tunica che arrivava al ginocchio.
Un lusso a cui non avevo voluto rinunciare, potevo sempre averla rubata.
Mi buttai pesantemente sul letto, ero esausta.
"Beh, fate un po' come vi pare... Buonanotte..." Fissai il soffitto "Se fate sogni peggiori dei miei, che sono pieni di morte... Vi auguro di non sognare affatto..".
Per un momento il viso di Karel mi attraversò la mente.
E una fitta dolorosa mi colpì in pieno.
Avevo fatto di tutto per non pensare a lui, la preoccupazione mi paralizzava , e non potevo permetterlo.
Chiusi gli occhi, e caddi in un sonno profondo, senza sogni.
Le due notti in bianco reclamavano il loro tributo.
Quando li riaprii era già mattina, e il cavaliere mi stava osservando, era rimasto sul pavimento.
"Buongiorno marito mio..." Sorrisi "Comodo il pavimento?".
Mi alzai a sedere, stiracchiandomi.
Lanciai un'occhiata alla finestra.
"Un nuovo giorno.. Io ho un'orribile bestia da ammazzare.. Ma non ho chiesto al temibile Gufo Scarlatto quali siano i suoi programmi... ".