“In verità” disse Guisgard a Clio “di risultare simpatico ai tuoi uomini non è tra le mie priorità.” Facendole l'occhiolino. “Anzi, se potessi scegliere, preferirei di gran lunga entrare nelle grazie del loro comandante.” La guardò per un momento per poi sorridere. “Ah, naturalmente se mi è consentito dirlo, milady.” Rise appena.
Poi, a ciò che la ragazza raccontò in seguito, il cavaliere ebbe un sussulto.
“Un fischio?” Stupito. “Strano... la medesima cosa dice anche Mime... anche lui parla di un fischio e come te ora anch'egli afferma che si tratta di una sorta di richiamo per quell'animale...” restò pensieroso “... non avevo dato credito alle sue parole perchè è quasi sempre brillo... ma ora che mi parli anche tu di questo fischio...” guardò poi il cielo, come a voler cercare una possibile spiegazione a tutta quella faccenda che diveniva sempre più misteriosa “... comunque, tornando a ciò che mi hai chiesto in precedenza riguardo al piano...” la guardò tutta “... si, non è malvagia l'idea di voler attirare di nuovo la bestia... e concordo che ti ci vuole un abito più consono... come quando ingannammo Gufo ed i suoi, rammenti?” Rise di gusto. “Beh, siamo nel posto giusto, no? In questo mercato troveremo ciò che ci serve... compreso quel certo regalo... in pratica due piccioni con una fava.” Le fece ancora l'occhiolino.
Girarono allora per i banchi, tra oggetti di ogni tipo, cibi tipici del posto e vini pregiati.
“Fa finta di nulla...” sussurrò ad un certo punto il cavaliere a Clio “... c'è un tipo che ci sta seguendo da un po'... scommetto qualsiasi cosa che è uno dei tirapiedi di quel Gvin... sii naturale e non voltarti indietro... cercheremo di seminarlo...”
I due falsi sposi continuarono a girare fra quei banchi, fino a quando Guisgard notò una piccola bottega all'angolo di una via.
E senza pensarci su, presa Clio per mano, entrò con lei in quel luogo.
E una volta dentro guardò fuori in strada attraverso una piccola finestra.
“Sembra che l'amico si sia perso tra la folla...” mormorò compiaciuto.
“Oh, salute a voi, ragazzi!” All'improvviso una voce. “In cosa posso servirvi?” Era un vecchietto. “Nella mia bottega troverete l'occorrente per ogni vostro desiderio!”
“Ecco, noi...” fece il cavaliere.
“Avanti, in cosa posso servirvi?” Entusiasta il vecchietto. “Fatemi indovinare... freschi sposi, vero?”
“Beh, in effetti si...” annuì Guisgard.
“Ottimo!” Esclamò il vecchietto. “E scommetto vi occorrono abiti per la festa cittadina, giusto?”
“In verità è proprio così.” Sorridendo il cavaliere. “E vi dirò che avevo proprio bisogno di qualcuno come voi.”
“Davvero?” Sorridendo il vecchietto.
“Si.” Rispose Guisgard. “Perchè, dovete sapere, abbiamo girato tutta la città, senza però riuscire a trovare ciò che ci occorre. Ed io non sopporto che i desideri di mia moglie restino irrealizzati.”
“Oh, che uomo romantico avete sposato, ragazza mia!” Il vecchietto a Clio.
“Anche perchè...” prendendolo sottobraccio Guisgard “... vi rivelerò un segreto...”
“Mi piacciono i segreti!”
“Ebbene...” fingendo di parlare all'orecchio del vecchietto il cavaliere, ma fissando Clio “... io ho vinto questa splendida ragazza, sapete?”
“Per Bacco!” Meravigliato il vecchietto.
“Già...” con fare teatrale il cavaliere “... sono infatti un noto e temuto mercenario. Un giorno un nobile re mi chiamò per liberare il suo reame da alcuni cavalieri rinnegati... io naturalmente scacciai quei traditori ed il re, che sebbene nobilissimo era divenuto col tempo anche poverissimo, non avendo oro a sufficienza nelle sua casse mi donò il suo tesoro più prezioso...” ed indicò Clio.
“Che storia epica e romantica!” Entusiasta il vecchietto.
“Si, lo penso anche io.” Annuì Guisgard. “E vedendola quel giorno, me ne innamorai perdutamente. Ora però non voglio che sia legata a me solo per dovere e per questo, allora, faccio di tutto per conquistare il suo cuore. Ci riuscirò secondo voi?”
“L'amore, ragazzo mio, va meritato e conquistato!” Sentenziò il vecchietto. “Come tutte le cose preziose!”
“Avete perfettamente ragione!” Esclamò il cavaliere.
“Avanti, ditemi cosa vi occorre!” Sicuro di sé il vecchietto.
“Beh, mia moglie è una donna straordinaria, sapete?”
“Non ne dubito, amico mio!” Annuendo il vecchietto.
“Ella infatti non è solo bellissima” fece Guisgard “ma nutre una spiccata ammirazione verso le eroine di poemi e romanzi. Ed io allora voglio acquistare per lei qualcosa di degno.”
Il vecchietto apparve divertito.
“Qualcosa, non so...” continuò il cavaliere “... magari di speciale, anzi di magico... del tipo... l'abito che indossava Arianna il giorno in cui Teseo sbarcò a Creta... o quello con cui Medea accolse Giasone al suo arrivo nella Colchide... o meglio ancora, quello che aveva indosso Clorinda quando Tancredi la vide per la prima volta sotto le mura di Gerusalemme... insomma, qualcosa capace di avere l'effetto di un incantesimo, di un filtro d'amore!” Voltandosi poi divertito verso Clio.
“Credo di avere ciò che fa per voi...” disse il vecchietto “... aspettatemi qui...” e si recò nel retrobottega.
“Visto?” Guisgard a Clio. “Ora avrai un abito per il nostro piano di stanotte. E magari ci porterà fortuna come quella notte...” sorridendole “... quella in cui ingannammo Gufo Scarlatto ed i suoi scagnozzi...” si avvicinò alla ragazza e restò a fissarla negli occhi, divenendo di colpo serio “... la notte di quel bacio...”
“Eccomi a voi, ragazzi!” Tornando il vecchietto e mostrando loro un bellissimo abito bianco e leggero, impreziosito da seta e argento, con ampi bottoni variegati da gemme di pasta vitrea colorata. “Quest'abito è magico davvero, sapete?”
“Magico dite?” Guardando l'abito Guisgard. “Perchè mai?”
“Perchè con questo indosso” narrò il vecchietto “la tradizione vuole che la regina Giovanna d'Angiò, sovrana di Napoli e regnante di diritto su Cipro e Gerusalemme, incontrasse segretamente il suo amante, il formidabile Gran Siniscalco del regno Niccolò Acciaiuli.”
“Allora fa davvero al caso nostro quest'abito.” Prendo il vestito Guisgard. “E sono certo ti donerà meravigliosamente, piccola.” Guardando Clio.