“E sia...” disse Guisgard al vecchietto “... temo dunque che sia da scartare l'abito della regina Giovanna... a quanto pare io non posseggo il carisma dell'Acciaiuoli...” aggiunse sarcastico “... dite, avete qualche abito abbastanza ampio sotto il quale mia moglie possa nasconderci ben bene la sua cintura di castità?” Ridendo appena.
“Si, datemi un momento...” fece il vecchietto, per poi ritornare nel retro della sua bottega.
“Non ti ho salvato la vita” voltandosi il cavaliere verso la ragazza “per sdebitarmi... quanto al duello mancato... beh, non avevo certo intenzione di prendermi gioco di te... non mi era mai capitato di dovermi battere con una donna e tu eri dannatamente veloce e agile, brandendo troppo animatamente la tua spada... diciamo che ritirarmi è stata una mossa strategica.” Facendole l'occhiolino.
In quel momento tornò il vecchietto con un abito che sembrava soddisfare in pieno le richieste di Clio.
“Ecco...” mostrando il vestito alla ragazza “... quest'abito lo preparai per una donna rimasta incinta... è ampio, ma con una sua certa eleganza... accomodandolo con una cintura alla vita vi starà benissimo.”
“E non ha nessuna storia romantica quest'abito?” Chiese Guisgard.
“Beh...” ridendo il vecchietto “... fu preparato in seguito ad un bel gesto di amore e passione... a dargli una storia romantica dovete pensarci voi ora, giovanotto!” Esclamò divertito.
Il vecchietto allora piegò ben bene l'abito e lo chiuse in una scatola circolare.
Guisgard pagò e dopo aver gettato un'occhiata all'esterno, per essere certo che non ci fossero altri segugi ad attenderli, uscì con Clio da quella bottega.
“Per le donne serie” rivolgendosi alla sua finta moglie il cavaliere “non funziona proprio così.” Sorridendo ancora. “Voglio dire, non basta prendere loro un bel vestito e raccontare una storia romantica e verosimile... no, per una ragazza seria, come dici tu, di quelle cioè che non sono in vendita, occorre molto altro...” annuendo “... occorrono sogni... e non certo sogni qualsiasi, ma i loro sogni... perchè ogni donna, al di là che si venda o meno, ha dei sogni che sono unici e grazie al Cielo realizzabili. Il difficile per loro sta nel trovare colui in grado di rendere quei sogni appunto realizzabili. E secondo una discreta quantità di poeti, sparsi dall'antichità ai giorni nostri, esiste un solo uomo, per ciascuna donna, in grado di realizzare quei sogni.” Rise appena. “Fortuna che i tuoi non sembrano così complicati, visto questo abito che hai scelto.” Aggiunse divertito.
Era ormai il primo pomeriggio e la città era ancora in festa per le celebrazioni dedicate all'Arcangelo Michele.
Ovunque vi erano giovani festanti, venditori che dai loro banchi scrutavano i passanti in cerca di possibili clienti, pie donne che recitavano litanie dedicate ai Celesti Cori Angelici e saltimbanchi che si destreggiavano tra le viuzze di Solpacus.
“Ripensavo alle tue parole nella bottega...” mormorò poi Guisgard mentre attraversavano la festa “... a quella che sei... a quella che sei veramente senza aver bisogno di fingere o recitare un ruolo...” la fissò “... è forse importante che io sappia come sei davvero? Perchè poi? Se tutto andrà bene e questa maledetta caccia alla bestia terminerà, ripartiremo ognuno per la sua strada e non ci rivedremo più probabilmente...”
“Ehi, voi!” Chiamò all'improvviso un uomo seduto su un banco e interrompendo il cavaliere. “Perchè non mostrate il vostro valore alla bella ragazza che vi accompagna?”
“Dite...” ironico Guisgard “... vendete forse prove d'Amore?”
“Vedete quel bersaglio?” Indicando l'uomo lo sfondo oltre il suo bancone. “Ebbene, se fate centro, potete vincere un bel premio per la vostra bella!”
“Che premio?” Domandò Guisgard.
“Uno di questi bei monili.” Mostrando diversi ciondoli, alcuni anche preziosi ed antichi, in bella mostra accanto al bancone. “Non è difficile...” spiegò l'uomo “... io farò uscire una sagoma che si sposterà lungo lo sfondo... centrandola e facendola cadere all'indietro il premio sarà vostro. Non vorrete farvi sfuggire la possibilità di colpire la bestia!”
“La bestia?” Ripetè il cavaliere.
“Si...” annuendo un bambino davanti al banco “... il bersaglio ha la forma della bestia...”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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