Visualizza messaggio singolo
Vecchio 16-05-2014, 03.15.15   #1818
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,904
Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
“Beh...” disse Guisgard a Clio “... tanto è per finta, no? Una recita. Devo solo interpretare il ruolo del marito del tutto soggiogato dalle grazie della sua bella moglie, come tu, di contro, devi fingere magari di essere gelosa quando qualche dama sembra volersi interessare a me.” Rise piano, per poi guardarla con indosso quell'abito. “Eh, devo dire che ti sta benissimo... quasi quasi mi sento un idiota a condurti nella foresta per dar la caccia ad un grosso cinghiale... avrei voglia di portarti in ben altro luogo, magari al chiaro di Luna...” facendole l'occhiolino.
Poi, quando lei ricordò l'assalto della bestia e la morte di Scotir, si accorse che la ragazza chiuse gli occhi ed un velo di tristezza la prese.
“Un canto indiano” sussurrò piano lui, sfiorandole la guancia inumidita da quella lacrima “racconta che le pietre preziose più belle e colorate sorsero tutte dalle lacrime di una principessa dai magnifici occhi... lei piangeva ogni giorno per il suo sposo lontano, fino a quando egli ritornò da lei... Shiva allora, commosso dal loro grande Amore, mutò quelle lacrime in tutte le gemme più belle che colorano il mondo...” sorrise appena “... ma la cosa che mi ha sempre colpito di questa poesia è che il suo anonimo poeta non ha mai descritto quale fosse il colore degli occhi della principessa... forse per permettere ad ogni innamorato di immaginarli simili a quelli della propria amata...” la fissò negli occhi “... ed io non credo che gli occhi di quella principessa fossero belli quanto i tuoi...”
In quel momento si avvicinò a loro Astus.
“Ho sentito dei rumori provenire da fuori...” disse “... credo che gli altri siano giunti.”
“Bene, sarà meglio andare allora.” Annuendo Guisgard.
I tre uscirono dalla locanda e trovarono Dort e gli altri già pronti.
“Abbiamo tutto l'occorrente?” Chiese loro il cavaliere.
“Si, tutto, messere!” Annuì Mime.
“Direi di partire allora.” Disse Borel.
Montarono allora sui loro cavalli e lasciarono la città, addentrandosi fin nel ventre della foresta.
Galopparono per un po', fino a quando trovarono un luogo che sembrava adatto per il loro piano.
Infatti sotto ad uno spuntone roccioso, ricoperto da muschio e sterpaglia, si apriva una vasta fossa naturale.
Con le pale alcuni di quei falsi mercenari allargarono un po' le sue pareti e ripulirono il fondo dai massi e dai rami secchi.
Gli altri invece raccolsero della legna che in seguito lavorarono con le asce, ricavandone così pali robusti ed acuminati che fissarono poi nel pietrisco e nel fango della fossa.
Ricoprirono infine quella buca con arbusti e foglie per renderla invisibile.
“Tra circa due ore comincerà a fare giorno...” mormorò Dort “....speriamo di avere tempo a sufficienza per attirala qui...”
“Piccola...” voltandosi Guisgard verso Clio “... vieni qui...” ed aiutò la ragazza a raggiungere lo spuntone roccioso, facendola poi sedere dove la luce della Luna era più luminosa.
“Io non ti toglierò gli occhi di dosso” fissando la ragazza il cavaliere “e non permetterò che si avvicini a te più del necessario... tu però non fare nulla di imprudente, chiaro? So che sei abile e coraggiosa e non devi dimostrare nulla a nessuno... non sappiamo con cosa abbiamo a che fare, né se sia davvero un animale, dunque qualsiasi cosa accada tu sii prudente...” i suoi occhi erano in quelli di lei.
E restò così, per qualche altro istante, a fissarla. Ma poi, con un gesto improvviso, la baciò.
Un bacio lungo, caldo, intenso, appassionato.
“Non accadrà nulla di male a nessuno...” sospirò, staccando appena le sue labbra da quelle di lei “... te lo prometto...”
Riaprì gli occhi, la guardò ancora una volta e poi con un salto scese dallo spuntone roccioso e raggiunse gli altri della compagnia, che intanto si erano ben nascosti nella vegetazione, ciascuno al proprio posto.
“Anche quel bacio faceva parte del piano?” Dort a Guisgard.
“Devo recitare al meglio la parte di Gufo, no?” Rispose il cavaliere.
“Già, vero...” sorridendo Dort.
Cominciò così la lunga attesa di quegli eroi, mentre la pallida luce lunare diveniva sempre più spettrale, posandosi, quasi come un velo, sul volto di Clio.
Un volto che a Guiagard appariva ancora più bello in quel momento.
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
Guisgard non è connesso