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Vecchio 16-05-2014, 18.39.44   #1823
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
L'attesa.
I minuti sembravano lunghi quanto delle ore, mentre tutt'intorno a loro appariva come reso incantato da un oscuro ed antico sortilegio.
La foresta era muta, avvolta in un buio profondo ed a tratti insopportabile, rotto solo dal pallore lunare reso però incerto da alte nubi che avevano preso ad addensare il cielo.
La luce allora, vaga, mutevole e sfuggente, pareva come spostarsi, aleggiando sulle forme e le fattezze di quella selva, rendendo i suoi tratti quasi animati, come se antichi ed inclementi spiriti si fossero radunati per un sacrilego rito.
“Detesto l'attesa...” disse Vortex a Borel “... quanto tempo sarà passato? Mi sembra un secolo...”
“Circa un'ora credo...” fece l'altro.
“Dannata bestia...” scuotendo il capo Vortex “... fa freddo e il cielo sembra volersi coprire... giuro che se le armi saranno ancora nulle, allora la ucciderò con le mie stesse mani...”
“Il demonio...” mormorò Mime “... porterà al guinzagli quella belva... non bisogna guardarlo negli occhi o finiremo per perdere l'anima ed impazzire tutti...”
“Sta zitto, idiota...” fissandolo Astus.
“E' la verità.” Annuì il rigattiere. “Lui è qui per le nostre anime...”
“Piantala...” dandogli una gomitata Astus.
Ad un tratto però quell'irreale silenzio fu rotto da un calpestio.
Un attimo dopo una sagoma emerse dai cespugli.
Si spostava rapida e leggera, fino ad avvicinarsi alla base dello spuntone roccioso sul quale Clio faceva da esca.
La roccia sorgeva da un dosso naturale, dietro il quale non era possibile raggiungerlo.
In quel momento le nubi si aprirono e la luce lunare illuminò quella sagoma.
“E' un dannato e stramaledetto capriolo!” Esclamò Porturos.
“Già...” disse Borel “... e si trova a pochi passi dalla buca...”
“Sciò! Sciò!” Urlò Mime.
“Abbassa la voce, tonto!” Lo riprese Astus.
Ertosis allora prese un sasso.
“Ora ci penso io ad allontanarlo...” mormorò, prendendo la mira, mentre il capriolo era immobile a fissarli tra i cespugli.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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