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Vecchio 16-05-2014, 23.18.45   #1834
Clio
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Clio sarà presto famosoClio sarà presto famoso
Sentivo bisbigliare i miei uomini, ma non ne udivo i discorsi.
Poi, improvvisa come un lampo nel cielo stellato, arrivò.
Eccoti, bellezza... Ti sei fatta attendere, non c'è che dire..
La guardai avanzare, gli occhi nei miei. Era enorme e terribile. Non avevo mai visto un animale così gigantesco.
Indossai i guanti di metallo, ma non l'elmo. La mano destra estrasse la spada, tenendola comunque celata.
Avanti.. un altro passo, su mostro.. andiamo.. non vuoi prendermi? Un solo passo.
Lo fece, e cadde nella trappola.
Non mi mossi, come se non credessi fino in fondo che i nostri pali interrati potessero sgualcire quella bestia.
E purtroppo fu proprio così, si rialzò agile e feroce.
Tornò a guardarmi.
Ormai non esisteva nient'altro che non fossero quegli occhi enormi, con la pupilla nera come la notte.
Sentii il brivido della battaglia attraversarmi e cancellare ogni pensiero.
Qualcuno, probabilmente Nestos, incendiò un arbusto, e quella luce improvvisa mi permise di vedere bene il mostro.
Sentivo i miei uomini urlare, vedevo le fiamme, ma erano come lontani, ovattati.
Riuscivo a vedere solo lei.
E non distolsi lo sguardo nemmeno per un istante.
Poi ruggì, e la foresta tremò, facendomi gelare il sangue.
Non esistevamo che noi due, quegli enormi occhi, gli artigli che seminavano morte.
Io e la bestia, con le urla di sottofondo.
Beh, bellezza, mi spiace per te ma io non sono un criminale... E non siamo nell'arena..
Trasalii.
L'arena!
Spalancai gli occhi.
Quel ruggito... Era un leone! Un gigantesco leone corazzato...
Non un demone scappato dall'inferno..
Mi spiace deluderti Clio, ma non sei in lista per la santità...
Era sempre più vicina.
Ma ormai la paura aveva lasciato il posto al furore che ben conoscevo.
Era di questo mondo, era un animale feroce a cui qualcuno aveva messo addosso un'armatura.
Proprio come te..
Gli animali muoiono..
Anche gli uomini..

Ero in piedi, la spada sguainata celata dal mantello.
Ormai era a pochi passi.
Le fauci spalancate.
Avanti.. qui, micio.. qui...
Probabilmente ero pazza, incosciente e matta da legare.
Ma assaporai quell'ultimo istante come fosse il miglior vino del regno, il più prelibato cibo, l'emozione più intensa.
Il cuore batteva forte, il respiro si faceva più corto, con un perfido sorriso dipinto sul viso diafano.
Decisamente pazza.
Ormai lei era lì, pronta ad attaccare.
Ma ero pronta anche io.
In un lampo, mi slacciai il mantello e lo lanciai, spalancato, davanti agli occhi della belva, al solo scopo di sorprenderla, di toglierli visibilità per un istante.
Dopodichè, prima ancora che il mio mantello toccasse terra, caricai.
Corsi verso di lei, saltai, e con tutta la forza che avevo, conficcai la mia spada all'interno delle sue fauci spalancate.
Non poteva avere l'armatura in gola!
Nemmeno vidi la sua reazione al mio colpo, mi lasciai cadere, appallottolandomi come avevo imparato fin da bambina.
Rotolai sotto l'enorme animale, in direzione contraria alla sua, e per poco non finii io stessa nella buca.
Stava caricando in avanti, e io ero andata nella direzione opposta.
Un insegnamento di cui avevo fatto tesoro da sempre: non puoi reggere l'attacco di chi è grande il doppio di te (figuriamoci il decimo, se non di più!), quindi mandalo a vuoto.
Solo allora mi accorsi dei miei uomini, e tornai alla realtà.
Il fuoco era sfuggito al nostro controllo.
Guigard aveva rotto la spada e si reggeva a delle radici per non cadere nella buca, Astus veniva verso di me, gli altri continuavano a combattere inutilmente la bestia.
Allungai la mano verso Astus, che a quanto pare stava venendo in mio aiuto, perché mi aiutasse a superare la buca.
Gli feci cenno di stare bene.
Non riuscivo ancora a parlare, il mio viso era come trasfigurato.
Il cuore sembrava voler scoppiare, ogni respiro incrementava il ghiaccio infuocato dei miei occhi.
Solo in quel momento mi voltai verso la bestia, pregando che il mio colpo l'avesse, non dico uccisa, ma almeno rallentata.
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