Quel latrato, mi voltai di scatto.
Sangue, sangue sul terreno. Ma non era il mio.
Poi, quel fischio, ancora.
La bestia feroce si tramutò in un fedele animaletto e raggiunse il suo padrone.
Stavolta lo vidi, ma era poco più di un'ombra.
La bestia svanì insieme a lui.
Ancora.
"Maledizione!" urlai, scaraventando un pugno con la mano guantata sull'albero che avevo accanto.
Cominciavo a tornare alla normalità, chiusi gli occhi per assaporare fino all'ultimo istante la scarica di follia estatica che mi abbandonava.
Quando il mio respiro si tranquillizzò, e il battito tornò ad essere regolare, sospirai.
Ero viva, più viva che mai. Erano momenti come quelli a farmi appezzare ogni respiro, ogni battito.
Adoravo quella folle sensazione di lucido furore.
Ma poi guardai di nuovo quel sangue, l'avevo ferita davvero. Sorrisi. Potevamo seguire la scia, non poteva svanire nel nulla.
Prima bisognava domare le fiamme, e pregare di non aver perso nessuno.
"Ragazzi.." urlai "State tutti bene?" cercando di distinguere i volti dei miei uomini.
"Dobbiamo domare questo incendio, o ci ucciderà tutti.." cercai con lo sguardo il mio mantello, ma era in una pozza di sangue.
In quel momento arrivarono gli uomini di Gvin, alzai gli occhi al cielo, ci mancavano solo loro. Non vedevano che la foresta andava a fuoco?
"Arrivate tardi.. Se n'è appena andata..." esclamai, scuotendo la testa. Che diavolo volevano?
Vidi Altea aiutare Guisgard, e parlare con lui e Gvin su cosa si doveva o non doveva fare.
I miei occhi divennero una fessura.
Com'è che gli stai sempre intorno, te? Potrei pensare che ti interessa, sai?
Mi ritrovai a pensare.
E anche se fosse, Clio, a te che importa?
Niente!
Ecco, appunto...
"Con tutto il rispetto, Milady.. Duca.." dissi, avvicinandomi alla donna "Possiamo cavarcela da soli, grazie..".
Nessuno da ordini ai miei uomini in mia presenza, nessuno!
Era già seccante dover fare la moglie riverente, ma che degli estranei si mettessero in mezzo, proprio no!
Poi si mise a parlare con Gvin, probabilmente su come continuare la caccia.
Troppo facile, non avrei mai permesso a quel nobiluccio supponente di prendersi il merito della nostra caccia.
La bestia ora era ferita, ci mancava solo che il duca si limitasse a dargli il colpo di grazia e si assumesse il merito.
No, non gliel'avrei mai permesso.
Mi avvicinai a Guisgard, era ferito "Stai bene caro?" chiesi, dolcemente, cercando i suoi occhi.
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