Mi svegliai di soprassalto e per un lungo istante restai immobile ad osservare il soffitto.
Troppi pensieri tutti insieme.
Quello non era un mostro marino, e io non ero una docile Andromeda, nessun Perseo sarebbe venuto a salvarmi.
Che poteva fare Karel? mi bastava che sopravvivesse.
Certo, sarebbe stato meraviglioso vederlo comparire per la strada, ma al punto in cui ero non avrei nemmeno potuto rivolgergli la parola.
Non ero che un mercenario.
Ma sapevo che non sarebbe mai arrivato, era là, immobile, immerso nell'innaturale sonno.
Non dovevo pensare a lui, non potevo permettermi di essere triste.
Dovevo essere forte, e uccidere quella maledetta bestia.
Eppure i sogni devono sempre comunicarci qualcosa, mi chiesi cosa potessi imparare da quel sogno.
Mi alzai a sedere.
Avevano bussato alla porta, probabilmente era uno dei miei, ma la prudenza non era mai troppa.
"Chi è la?" chiesi, alzandomi dal letto, mentre infilavo giubba e stivali.
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