Elisabeth e il suo giovane nipote erano vicinissimi, con il loro respiro che si intrecciava, lambendo i loro corpi.
Lei era nuda davanti a lui, sotto i suoi sguardi e quando anch'egli fu sul punto di spogliarsi, i due udirono un rumore provenire dalle loro spalle.
Si trattava di Daizer che svegliatosi era uscito dal luogo scelto come loro alloggio.
Flees allora, lesto, si chinò ai piedi della sua bella zia, raccolse il suo abito e la rivestì.
Ricoprì, così, frettolosamente le sue giunoniche forme, prima che il contrabbandiere sorprendesse sua moglie nuda.
E nel rivestirla, il giovane accarezzò più volte quel corpo tanto desiderato, lasciando Elisabeth in balia del piacere, ma anche del timore di essere scoperta da suo marito.
Infine giunse Daizer.
“Elisabeth...” disse a sua moglie “... cosa succede? Mi sono svegliato e non ti ho più vista... stai bene?”
“Si, tranquillo...” avanzando Flees alle spalle della maga, quasi fino a toccarla “... zia Elisabeth ha fatto uno strano sogno... allora è uscita all'aria aperta, perchè aveva voglia di...” sorrise appena “... di un pò d'aria fresca...”
Lui era dietro di lei, come a volerla far sentire protetta, sicura.
Voleva che sua zia sentisse la sua vicinanza.
“Sarà questo luogo e la sua atmosfera” Daizer ad Elisabeth “ad averti causato quel sogno... tranquilla, usciremo presto da qui... si, forse Tobia è davvero ciò che dici... dobbiamo trovare il modo di scoprirlo...”
Ma in quel momento cominciò a suonare una campana.
Quella della cappella del cimitero.
“Chi la starà suonando?” Sorpreso Daizer. “Credevo non ci fosse più nessuno ormai nel cimitero.”
“Magari è uno dei custodi rimasto a sorvegliare...” mormorò Flees “... di certo non può essere un fantasma...”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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