Roxanne fissò Clio che la guardava a sua volta con occhi supplicanti.
“In verità” disse la fanciulla “è quasi sera ormai e mio zio non è ancora tornato... magari se ritornerete domattina ci sarà lui e saprà darvi del latte fresco...”
“Posso farvi una rivelazione?” Fissandola Guisgard. “Un segreto?”
“Certo.” Annuì Roxanne.
“Vedete, la mia bellissima moglie, di cui sono follemente innamorato come fosse il primo giorno, è in dolce attesa...”
“E' meraviglioso.” Sorridendo Roxanne.
“Si, meraviglioso.” Annuendo il cavaliere. “Ed ella ha espresso il desiderio di mangiare quel dolce proprio stanotte... si tratta di un dolce la cui preparazione richiede almeno un paio d'ore... dunque se dovessimo rimandare a domattina, beh, lei passerebbe la notte a sospirare per il mancato desiderio... ed io voglio che lei sospiri solo per me... credete sia troppo romantico? Magari la vizio troppo...” voltandosi verso Clio “... eh, ma non riesco a farne a meno... guardatela...” indicandola a Roxanne “... avete mai visto occhi più belli? Secondo voi, ditemi, sono più simili al cielo terso di un pomeriggio primaverile, oppure a quelle mattinate estive sul mare, nell'istante sfuggente in cui l'acqua ed il cielo assumono il medesimo colore, prima che il Sole levandosi abbandoni del tutto l'orizzonte ?”
“Sono occhi bellissimi, messere” sorridendo di nuovo Roxanne “e temo che voi siate irrimediabilmente perso nel loro colore.”
“Si, lo penso anche io...” sospirando Guisgard, sempre con lo sguardo verso la sua finta moglie.
“Non che questo sia un male, anzi.” Precisò divertita la fanciulla.
“D'accordissimo.” Sussurrando il cavaliere.
“E sia, entrate...” fece Roxanne “... attenderemo mio zio... non tarderà a tornare e vedrà lui come accontentarvi.”
“Siete un Angelo!” Sorridendole Guisgard.
La fanciulla, così, fece entrare i tre ospiti in casa.
Era questa una costruzione in pietre e legna, non troppo piccola e molto accogliente.
All'interno, tra mobili in noce fatti con una certa maestria, con mensole accomodate con piatti di porcellana e posate d'argento, figuravano diversi animali impagliati.
Volpi, faine, uccelli di vario tipo, come gufi, civette, nibbi, fagiani e poi marmotte, scoiattoli, persino un cinghiale.
Ma ciò che colpì Guisgard era la totale mancanza in quella casa di oggetti sacri, quali Crocifissi o immagini di Cristo, della Vergine e dei Santi.
“Vostro zio si occupa di caccia, oltre che di pastorizia?” Chiese a Roxanne.
“In passato.” Rispose la fanciulla. “Molto tempo fa, prima che io nascessi. Mi racconta spesso che aveva anche un allevamento di cani che utilizzava come guardiani per il pascolo. Ma ora questa sua passione non lo affascina più.”
“Capisco.” Mormorò il cavaliere. “E ditemi... non vi spaventa vivere qui, in questa casa, nel bel mezzo della foresta?”
“Vi riferite alla bestia, vero?”
“Beh, si.”
“Di notte non usciamo mai” disse la fanciulla “e chiudiamo ben bene le porte.”
“Basta questo per farvi stare al sicuro?” Domandò Guisgard.
“La bestia sa come e dove colpire.” Sentenziò la giovane.
“Davvero?” Incuriosito Guisgard.
“Si...” annuì lei “... mio zio dice sempre che se è Destino morire sotto i suoi attacchi nessuno allora può farci nulla.”
“Interessante teoria.” Guardandola il cavaliere.
“Sedetevi, prego...” sorridendo Roxanne “... vi preparerò qualcosa da bere... una tisana aromatizzata con alloro e miele vi va?”
“Non ci sarebbe del vino?” Chiese Mime.
“La tisana andrà benissimo, grazie.” Disse Guisgard, lanciando un'occhiata truce al rigattiere.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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