Taliesin, il mondo che noi descriviamo, cantiamo e viviamo, attraverso poesie, racconti, enigmi e gdr qui nella nostra Camelot ha l'ambizione, agli occhi di sognatori e visionari, di essere reale.
Anzi, di inglobare in sé, nelle sue atmosfere romanzesche e nei suoi spazi sterminati, proprio la cosiddetta realtà, grazie ai valori e
agli ideali che lo animano.
Ed i valori più alti che io conosco sono la Fede e l'Amore.
Valori che richiedono un cuore saldo ed indomito, oltre che nobile e coraggioso.
Come il vostro, amico mio.
E le preghiere del vostro cuore, ne sono certo, non saranno mai ignorate.
E quest'antica storia che si racconta nella mia terra, da sempre prediletta e protetta dalla Santa degli impossibili, è dedicata a voi, mio buon bardo...
Accadde un tempo che un innocente fu catturato, processato ed ingiustamente condannato a morte.
I suoi genitori, allora, disperati, cominciarono a far di tutto per dimostrare l'innocenza di quel loro figlio.
Ma fallito ogni tentativo, decisero di chiedere la Grazia.
Suo padre allora si recò dal giudice che l'aveva condannato, mentre sua madre partì per Cascia, decisa a pregare sulla tomba di Santa Rita.
Giunse però a notte fonda e trovando la chiesa chiusa restò sulla porta dove cadde addormentata.
Sognò allora di recarsi al cimitero, sulla tomba di suo figlio.
Ma prima di arrivare al camposanto, vide una donna lungo la strada con in mano delle rose.
“Giungi qui” disse lei “a piangere quel tuo figliolo, quando hai chiesto la Grazia di riabbracciarlo vivo. Torna dunque nella tua casa, perchè qui per te non vi è nessuno per cui piangere.”
Si svegliò all'alba e trovò la chiesa aperta.
Vi entrò e riconobbe nell'immagine di Santa Rita la donna vista in sogno.
Pregò allora sulla tomba come se avesse già avuto la Grazia.
Suo marito, intanto, giunto dal giudice, chiedeva a questi la grazia per quel suo figlio.
L'uomo, che era intento a mangiare una bella e grassa coppia di quaglie, sentendo la supplica del padre di quel condannato, lo derise insultandolo.
“Tuo figlio” sbeffeggiandolo “in questo momento sarà già morto, come queste due quaglie che mi accingo a mangiare!”
Ma proprio in quel momento, incredibilmente, le due quaglie ripresero vita sotto i suoi occhi e volarono via dal suo piatto, lasciando il giudice incredulo.
L'uomo diede allora subito ordine di fermare il boia e concedere la grazia a quel condannato.
Ora che anche l'ultimo giro di ronda è terminato, io, reclamato dai miei sogni, prendo congedo dagli incantati palazzi, dalle alte torri e dalle splendenti guglie di questo reame per far ritorno al mio palazzo.
Portando però con me un po' della magia che la Luna e le Stelle, come pegno ai nostri sogni, hanno lasciato in questa notte.
Buonanotte, Camelot...