Il Fiore Azzurro.
Quanti poeti, quanti artisti e quanti innamorati ne hanno parlato nei secoli.
Eppure, nessuno di loro ci ha mai descritto il suo aspetto.
Neanche Novalis ha voluto mai raffigurarlo con chiare e precise fattezze nei suoi versi immortali.
Oppure, forse, lo hanno fatto, senza però che gli altri riuscissero a vederlo davvero.
Magari perchè solo trovandolo veramente è poi possibile prendere coscienza di una simile Visione.
Per vederlo, dunque, ci toccherà trovarlo.
Cercarlo nei giardini fioriti dei sogni più belli, quelli cioè che arrivano fin dove la notte cede il passo all'alba, dove riescono poi a non dissolversi alla luce del Sole, per prendere così vita.
Eppure il Fiore Azzurro dovrà pur avere un'immagine.
Dovrà pur possedere le fattezze di uno degli infiniti fiori che sbocciano ogni giorno nel mondo.
Ci deve pur essere un Fiore che, divenuto Sovrano di tutti gli altri, abbia conservato comunque l'aspetto della sua specie.
Stanotte allora proverò ad immaginarlo come uno di questi fiori.
Magari come una Margherita.
"Nel linguaggio dei fiori la margherita è il fiore dell'attesa e della speranza.
Essa simboleggia l'Amore fedele, quello che paziente, indomito, instancabile, forte vince poi il Tempo e la distanza.
E' dunque il fiore amico di grandi amanti e di immortali storie fatte di fede, come quelle di Admeto ed Alcesti, Pigmalione e Galatea, Protesilao e Laodamia, Ulisse e Penelope.
Per questo, si racconta, la margherita è uno dei fiori prediletti di messer Amore.
Egli infatti la offre come pegno alla vita in attesa di realizzare tutte le sue promesse.”
Buonanotte, Camelot...
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