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Vecchio 26-05-2014, 18.41.03   #2049
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Quella visione, poi Altea, destatasi, tornò a vedere Rodolfo e suo nipote che guardinghi si avvicinavano a quei cespugli.
“Uscite fuori al mio tre” disse Rodolfo “o cominceremo ad infilzare questi cespugli dietro cui vi nascondete!” E fece cenno a Destrus di avvicinarsi. “Uno... due... tre!”
“No, messere!” All'improvviso un giovane spuntando da quei cespugli. “Non fateci del male, per pietà!”
“Chi diavolo sei?” Stupito Rodolfo.
“Mi chiamo Adulfo...” rispose intimorito il giovane “... sono qui con la mia ragazza... non facevamo nulla di male...”
Un attimo dopo una giovane uscì anch'ella dalla vegetazione.
“Vedete...” continuò il giovane “... a Solpacus c'era la festa, c'era confusione... e noi due volevamo stare un po' da soli...”
“Da soli nella foresta?” Fece Rodolfo. “Non sapete che è pericoloso?”
“Ormai la bestia è morta...” mormorò il giovane.
“Si, sono stati quei mercenari ad ucciderla...” fece la giovane.
“In una foresta” fissandoli Rodolfo “ci sono comunque pericoli. Ora tornate a casa vostra, avanti.”
“Si, messere...” annuì il giovane e con la sua ragazza andò via.
“Idioti...” rimettendo a posto la spada Rodolfo “... è ormai pomeriggio” rivolgendosi ad Altea e a Destrus “e sarà meglio riprendere le ricerca di sir Thomas prima che faccia buio.”
E ripresero ad ispezionare con attenzione la foresta.
Intanto i due giovani, allontanatisi un po' dai tre, trovarono un altro angolo di foresta in cui nascondersi.
“Pensavo volessi tornare davvero in città...” lei a lui.
“Non ci penso affatto.” Sorridendo questi. “C'è troppa confusione ed io voglio stare solo con te...”
“Non hai paura?” Sorridendo lei.
“E di chi?” Abbracciandola lui. “La bestia è morta e tuo padre è in città a festeggiare...”
“Che discolo sei...” baciandolo lei.
E i due fecero a lungo l'amore tra le foglie e i fiori di quella foresta.
Restarono là fino a sera.
Poi si rivestirono per ritornare a Solpacus.
Ma lui, rimettendosi gli stivali, all'improvviso, finì con un piede in una tagliola, cominciando a gridare e a piangere per il dolore.
“Oh, Cielo!” Spaventata lei.
“Presto...” ansimando lui per il dolore “... cerca un ramo... fa presto... dobbiamo aprire questa tagliola... mi sta spezzando il piede...”
“Si...” cercando lei.
Ma ad un tratto si udì qualcosa, poi come ringhiare.
“Cosa è stato?” Guardandosi intorno lei. “Hai sentito anche tu?”
“Non ho...” a denti stretti lui “... sentito nulla... fa presto... non resisto più... trova un ramo...”
Ma proprio in quel momento qualcosa uscì dalla vegetazione.
Una sagoma nera, grossa e velocissima.
Aggredì la ragazza, mozzandole la testa con un artigliata, per poi far scempio delle sue carni.
Tutto questo davanti al suo ragazzo che terrorizzato neanche più sentiva il dolore al piede, tanto era preda della paura.
E dopo aver terminato di inveire sul corpo senza vita della giovane, la bestia si voltò verso di lui.
Cominciò ad avvicinarsi mentre lui gridava come un ossesso.
Lo trafisse allora con i suoi lunghi aculei, per poi scaraventarlo contro un albero.
E lo fece con tanta violenza che il piede si staccò dalla gamba, restando imprigionato nella tagliola.
E dopo aver riportato di nuovo la morte nella foresta, la bestia svanì nel buio circostante.
Dopo un po' Altea, Rodolfo e Destrus giunsero in quell'angolo di foresta, scoprendo quel terribile spettacolo.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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